Nelle ultime ore, Ylenia Carrisi, primogenita di Al Bano e Romina Power, è stata nuovamente al centro di un racconto in televisione. Tale racconto è avvenuto da parte della mamma e del fratello Yari, ospiti di Silvia Toffanin nel salotti di Verissimo, domenica 23 aprile. Come è noto, la ragazza è scomparsa nel 1994 in America, durante un viaggio in solitaria a New Orleans. Viaggio cui Al bano è stato sempre in disaccordo tanto che, proprio in seguito ad un’accesa discussione telefonica tra lui e la figlia, i familiari non hanno più avuto sue notizie.
Nel corso degli anni ci sono state varie segnalazioni, purtroppo vane, di persone che dichiaravano di aver visto Ylenia in diverse parti del mondo. Ad oggi Romina Power continua a credere che sua figlia sia viva, contrariamente ad Al Bano che nel 2013 presentò istanza di dichiarazione di morte presunta della figlia al tribunale di Brindisi, dichiarata poi con sentenza nel 2014. Nell’intervista a Verissimo, però, anche Yari ha lasciato intendere che, dal 2020, non crede più che sua sorella sia viva in seguito ad un avvenimento ben preciso.
“Ylenia era la mia bussola, il mio specchio. Era l’unica che capiva quello che avevo passato. Aveva una cultura, una bellezza e una voglia di vivere ed esplorare. Era creativa e super coraggiosa. Per me è stato difficile perché non solo ho perso una sorella, ma un modello, un faro, un punto di riferimento. Nel Natale 93, io ero in Sud America. Mi trovavo in Ecuador e lei il Belize, volevo farle una sorpresa e cercai di raggiungerla. Purtroppo, quando arrivai, una signora mi disse che lei era già partita per andare in Messico e quindi ci siamo persi per 24 ore. “Fino al 2020 pensavo fosse in giro per il mondo. Poco prima del Covid sono andato a New Orleans.
Leggi anche: Ylenia Carrisi, nuova svolta dalla Spagna: “si è sposata ed ha due figli”. Romina: “Mamma ti aspetta”
“Una mia amica mi ha mandato una foto di un quadro appeso in un museo voodoo di una donna che era identica a Ylenia, poi ho scoperto che il quadro era stato dipinto anni prima, negli anni 60 o 70. Una volta lì, ho parlato con delle persone coinvolte all’epoca nella vicenda, e ho capito che la polizia all’epoca era un po’ sbadata. Non credo alla storia che lei si era gettata nel fiume“. Yari, poi, viene interrotto dalla mamma che afferma: “Io ancora non credo alla polizia e non credo che sia sbadata. Io di Ylenia ne parlo sempre al presente. Ci sono tante persone che scompaiono per tanti anni, ma poi vengono ritrovate”.
Yari, invece, la contraddice dichiarando: “Io ne parlo al passato, dopo quell’ultimo viaggio a New Orleans. Comunque la porta è sempre aperta. Ma cosa puoi fare? Se fossi arrivato 24 ore prima in Belize”. Inizialmente segretamente pensavo: Vai Ylenia, continua a fare quello che stai facendo. Me la immaginavo a fare la sciamana in Amazzonia, credevo che stesse facendo qualcosa di importante e che non potesse tornare sui suoi passi. E mi piace un po’ pensarla ancora così”.