Ylenia Carrisi, la rivelazione choc dopo 24 anni: “Volevano ucciderla, ha dovuto cambiare identità”
Sono trascorsi ormai 24 anni, ma Ylenia Carrisi fa ancora parlare di sé. Dal suicidio nel Mississipi al nascondiglio in un convento di suore, il serial killer, il delitto passionale, il rapimento, le droghe e gli avvistamenti tra l’Italia e il Venezuela. Tante, forse troppe le piste seguite per trovare la figlia di Al Bano e Romina. A un anno dalla scoperta, ecco però rivelata una nuova ipotesi: il programma testimoni.
La nuova ipotesi del programma testimoni, nascosta per un anno: La tesi sostenuta dal detective Crescentini, viene rivelata solo a distanza di un anno dalla sua scoperta. Perché Crescentini avrebbe tenuto per sé una notizia così scioccante? Quali sono i dettagli che ancora nasconde? Chi o cosa c’è dietro la scomparsa di Ylenia? Perché la primogenita della famiglia Carrisi è stata costretta a cambiare identità? Chi dà la caccia a Ylenia Carrisi?
La teoria del detective:
L’investigatore, che da tempo segue le tracce di Ylenia, sostiene che la figlia di Al Bano e Romina non si sia mai lanciata nel Mississippi. Secondo Crescentini, infatti, la ragazza in quel periodo avrebbe sviluppato una dipendenza dalle droghe e la presunta relazione con Masakela e che sarebbero ben altri i motivi per i quali avrebbe raggiunto New Orleans. Dunque, secondo l’investigatore, la teoria del suicidio sarebbe solo un modo come un altro per depistare le indagini e Ylenia sarebbe ancora viva, inserita in un programma di protezione testimoni.