Di Adriana Costanzo
E’ da giorni che ormai l’attenzione pubblica è concentrata sulla vicenda di San Giorgio a Cremano dove una ragazza ha denunciato tre coetanei per violenza sessuale avvenuta dentro l’ascensore della circumvesuviana. Dall’ordinanza del riesame si evince però un quadro completamente diverso a quanto era stato in precedenza mostrato.
A fare chiarezza sulla questione è per PiùDonna, la Dottoressa Roberta Bruzzone, esperta criminologa, che basandosi sulla lettura dell’ordinanza e sulle analogie con casi simili ha cercato di spiegare cosa potrebbe essere in realtà accaduto.
Dottoressa che idea si è fatta sulla vicenda della violenza a San Giorgio?
“Ho letto l’ordinanza del riesame e posso affermare che è molto dura nei confronti della ragazza, arrivando a sostenere che la versione della presunta vittima non abbia dei riscontri oggettivi, anzi che gli elementi presi in esame siano in palese contrasto con quanto riferisce. Non mi occupo direttamente del caso quindi posso fare una analisi della questione basandomi su analogie con storie simili e sulla lettura dell’ordinanza”
La ragazza ha quindi mentito?
“Il problema è cercare di capire la sua storia psichica, perché è possibile che la sua condizione mentale, che da quanto si evince è molto problematica, l‘abbia portata a vivere l’episodio in maniera diversa prima e dopo. In casi simili dove ci sono vittime con disturbi borderline importanti è stato necessario comprendere se fossero attendibili o meno. I giudici nell’episodio di San Giorgio ritengono chiaramente che la ragazza abbia mentito, anzi l’ordinanza è molto dura nei confronti della giovane”
Ma i reperti medici parlano di eritemi nelle parti intime, come si spiega nel caso non ci fosse stata violenza?
“Un rapporto sessuale con tre persone in contemporanea potrebbe generare eritemi anche se la donna è consenziente, quindi non ci si può basare solo sul referto medico che comunque non ha riscontrato lividi o segni di costrizione”
In base a questi elementi, quindi, secondo lei i tre giovani subiranno comunque un processo?
Se il soggetto viene ritenuto circonvenibile per i suoi disturbi psichici potrebbe anche essere riconosciuta violenza. Non so se questo è il caso ma dovrebbe essere approfondito. Se non emergono ulteriori elementi in base a quanto scritto nell’ordinanza non si arriverà mai a un processo. Questa ordinanza infatti demolisce tutto l’impianto accusatorio, quindi i ragazzi potrebbero non andare mai a giudizio. L’ordinanza ha demolito la credibilità della vittima, quello che dice non essendo neanche supportato da elementi oggettivi e in base ai suoi disturbi accertati, non può costituire una testimonianza valida.
Cosa potrebbe accadere ora alla giovane?
Il percorso della ragazza è ora in salita poiché si potrebbe anche configurare per lei il reato di calunnia. Questi ragazzi sono stati trattati da mostri, ma c’è la seria possibilità che mostri non siano, anche se il contesto in se per se non è “elegante”. La vittima potrebbe essere tale solo, come detto, se si accerti che la giovane sia in una condizione di tale inferiorità psichica da non essere ritenuta capace di dare un consenso, ma anche in questo caso bisognerebbe poi capire se i tre giovani fossero a conoscenza di questa condizione. Date le circostanze ritengo quindi che non si procederà oltre.