Veronica Panarello non la riconoscete più: “Si è fatta una nuova vita in carcere, è pronta ad uscire”. Ecco com’è adesso
Veronica Nell’autunno del 2014 la notizia della scomparsa di Loris Stival, 8 anni, residente a Santa Croce Camerina, un paese della provincia di Ragusa, fa il giro dei telegiornali italiani. Dopo qualche ora il corpo senza vita del piccolo viene trovato nelle campagne circostanti. Loris è stato ucciso. In un primo tempo gli inquirenti ipotizzano si tratti di un “orco”, ma poi si scopre che il colpevole viveva sotto lo stesso tetto del bambino ed è sua madre, Veronica Panarello.
La ricostruzione di fatti fatta dalla donna, che diceva di averlo accompagnato a scuola, non convince gli inquirenti e dopo un interrogatorio in Procura, Veronica Panarello viene tratta in arresto, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. La prima versione dalla donna è quella di un capriccio del bambino, relativo al fatto di non voler andare a scuola, che avrebbe scatenato la sua reazione.
Le versioni di Veronica Panarello: ha operato con lucidità per depistare le indagini
Nel 2015 fornisce una nuova versione secondo la quale, mentre lei era occupata a lavare i panni in bagno, il figlio, giocando con le fascette, se le sarebbe strette al collo e senza accorgersene si sarebbe “autostrangolato”. Nel 2016 Veronica Panarello cambia nuovamente versione e dice che Loris è stato ucciso dal nonno paterno perché al corrente della loro relazione.
Andrea Stival, padre di David, ha respinto tutte le accuse definendole come calunnie e annunciando querela contro la madre. Il 5 luglio 2018 la Panarello è stata condannata a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania, confermando la sentenza emessa in primo grado. Giovedì 21 novembre 2019 la Cassazione ha confermato la sentenza a 30 anni di reclusione.
Già in primo grado, con rito abbreviato, Veronica Panarello era stata ritenuta responsabile – e quindi condannata a 30 anni – dal gup di Ragusa per l’omicidio e l’occultamento di cadavere del figlioletto, del quale denunciò la scomparsa il 29 novembre 2014 e che venne ritrovato morto dopo qualche ora in un canale a Santa Croce Camerina.
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13 gennaio 2020, La Cassazione deposita le motivazioni per la colpevolezza della mamma killer
La Cassazione lunedì 13 gennaio 2020 ha depositato le motivazioni della sentenza relativa all’udienza che si è svolta lo scorso 21 novembre. Secondo i giudici la Panarello non avrebbe diritto ad alcuna attenuante. Nessuna “amnesia dissociativa”, scrivono i giudici nelle motivazioni, ma “la condotta posta in essere dall’imputata subito dopo l’omicidio del figlio risulta lucidamente finalizzata al depistaggio delle indagini che sarebbero inevitabilmente seguite una volta scoperta la morte del bambino.
E ancora si legge nella sentenza: ” ha agito con la immediata risoluzione di disfarsi del cadavere del figlio buttandolo in un canale in una contrada periferica, con la simulazione di una violenza sessuale ai danni del piccolo, con il disfacimento degli oggetti adoperati per commettere il delitto o comunque a esso riconducibili”.
Secondo la Cassazione, Veronica Panarello “non versava in stato confusionale, come la stessa ha cercato di far credere”, ma “al contrario era perfettamente cosciente e orientata nell’attività di eliminazione delle tracce del commesso reato e di depistaggio delle indagini”. Nel dicembre 2014 Veronica Panarello è stata stata rinchiusa nel carcere di Agrigento e poi, sul finire del 2015, è stata trasferita all’istituto di Barcellona Pozzo di Gotto (in provincia di Messina), dove è sottoposta a osservazione psichiatrica.
A inizio anno del 2016, la mamma di Loris Stival è stata trasferita nel penitenziario di Catania. Destinazione finale, il carcere Lorusso e Cutugno di Torino. La donna ha compiuto 31 anni il 1 novembre del 2019 (è nata nel 1988 a Caltagirone, in provincia di Catania) sta cercando di rifarsi una vita in carcere, dove segue un corso per operatore dei servizi sociali.