Vannini, Arriva la testimonianza choc che incastra Mary Ciontoli “Ha organizzato tutto lei”
“La stessa mattina del 18 maggio mi scrisse Mary Ciontoli, chiedendomi se potevo aiutarla nel far sapere al marito come si chiamavano il medico e le infermiere presenti quella notte al Pit”. A parlare in esclusiva, nel servizio di “Quarto Grado” in onda venerdì 1 novembre, è una conoscente della famiglia Ciontoli (in particolare di Mary, la moglie di Antonio) che nel 2015 lavorava proprio nel Posto di Primo Intervento in cui è stato trasportato Marco Vannini nella notte tra il 17 e il 18 maggio.
Secondo la testimonianza, poche ore dopo la morte del 20enne, la donna sarebbe stata contattata dalla signora Ciontoli per avere informazioni sui dipendenti in servizio. “Il Pit era blindato – prosegue la testimone – Col passare delle ore tra i colleghi si venivano a sapere sempre più notizie, si diceva che non si sapeva la dinamica e che era morto a casa dei Ciontoli”.
E ancora: “Quella situazione mi sembrava strana, mi ricordo di aver risposto al messaggio dicendo che mi dispiaceva, ma che non potevo bussare per sapere i nomi. Da allora io non li ho più sentiti e ho anche cancellato il numero di telefono”.
Vannini, il mistero del fratello di Mery Ciontoli, un luogotenente della Guardia di Finanza
Omicidio Vannini, il mistero del cognato di Ciontoli – È a lui che sempre Maria Pezzillo ha chiamato subito dopo la tragica morte di Marco Vannini per chiedere aiuto, per chiedere un legale che li potesse assistere sin da subito. È lui che Antonio Ciontoli aspetta in Caserma a Civitavecchia, il giorno successivo alla morte di Marco. Si tratta del cognato di Antonio Ciontoli. Non vive a Roma, ma a Caserta. Insomma è la moglie di Ciontoli a prendere le redini in mano della situazione e ad organizzare tutto il “piano” di quello che succede dopo la morte di Marco.
E sarebbe stato proprio lui a presentare alla famiglia l’avvocato Andrea Miroli. Ruota attorno a questa figura misteriosa, la puntata di ieri di Quarto Grado che ancora una volta ha trattato il caso Vannini. “I Ciontoli – come raccontato nel servizio – lo chiamo spesso”. Come ad esempio anche il 22 maggio “quando Ciontoli lo chiama per sapere se per quella cosa può chiedere a un tale Andrea”. E i riflettori di Quarto Grado puntano su uno dei temi ricorrenti nei brogliacci delle intercettazioni telefoniche effettuate: il risarcimento economico alla famiglia Vannini.
Maria Pezzillo ne aveva parlato con i vicini di casa quando li andò a trovare per sapere che cosa avessero sentito. E proprio su questo aspetto ad intervenire, ancora una volta sarebbe proprio il parente della famiglia Ciontoli, venuto da Caserta, per aiutare la famiglia. Lo si evince anche da una intercettazione del 25 maggio quando Ciontoli, contattato il cognato, gli spiega che l’avvocato vorrebbe parlare con lui per esporgli la soluzione che ha trovato.
Ed è sempre il cognato a spiegare ai suoi famigliari di non parlare al telefono ma solo di persona. Evidentemente per evitare di essere intercettati. Ma Nuzzi e la squadra di Quarto Grado puntano i riflettori anche su un altro aspetto. Quello dal quale si dovrebbe ripartire per cercare di ribaltare la sentenza in Cassazione. Le intercettazioni ambientali di Martina.
Fatto però negato dallo stesso comandante durante la testimonianza in Tribunale. Izzo dice di non aver fatto alcun tipo di confidenza a Martina. “Non era una cosa che io sapevo”. Nelle intercettazioni in Caserma di Martina possono aprire un varco per riesaminare il caso. Il pomeriggio successivo alla morte di Marco. E come sottolineato sempre ieri durante la trasmissione, la presenza dell’ogiva nel corpo di Marco “è stata constata solo con l’autopsia”….
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