Le spugne da cucina diventano in breve tempo delle vere e proprie bombe batteriche, pronte ad esplodere in casa nostra. Come fare per porre rimedio. La rivista specializzata di settore ‘Scientific Reports’ rende noto uno studio inerente la spugna da cucina. Si tratta notoriamente di uno degli accessori più diffusi al mondo per la pulizia del lavabo e delle stoviglie. Il suo utilizzo è pari in praticamente qualsiasi angolo del globo.
Eppure, pur essendo quasi indispensabile per garantire l’igiene della nostra cucina, tale oggetto è infestato da tantissimi batteri, nell’ordine dei miliardi. Fa da ricettacolo a microrganismi dannosi, e nei casi più compromessi ciò può dare adito anche alla comparsa di malattie. È uno studio tedesco sulla spugna da cucina nello specifico a rendere noto quanto una usata possa dare accoglienza a colonie di ospiti indesiderati. Tra questi figura ad esempio pure il Moraxella osloensis, al quale vengono ricondotte alcuni tipi di infezioni che colpiscono in particolare gli immunodepressi. Lo stesso è inoltre responsabile del cattivo odore dei piatti
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Spugne da cucina, Come evitare rischi e problemi
Che fare, in cucina, per evitare problemi e possibili conseguenze? Risponde sempre il dottor Masucci: “Utilizzare una spugna per il lavaggio delle stoviglie ed un’altra per la pulizia di arredi ed elettrodomestici della cucina, in modo da evitare il trasferimento di microrganismi. Igienizzare periodicamente la cucina. Lasciare i panni asciugatori e le spugne a bagno, per circa 20 minuti, in ipoclorito di sodio (candeggina, varechina o amuchina, ad esempio) diluito in acqua. Buttarle e cambiarle con frequenza”. E poi, soprattutto: “ Non usare gli stessi utensili per cibi crudi (carni o verdure non lavate) e per quelli cotti, senza averli ben lavati prima”. Non solo. “L’igiene – rammenta l’esperto – avviene per prima cosa da una buona detersione delle mani e delle unghie”.
Altro che il water o cucina: i batteri sono ovunque
Nelle nostre case, però, le insidie non arrivano solo dalle spugnette da cucina o dai wc, a cui si fa molta attenzione. La tavoletta del water, paradossalmente, è uno degli oggetti più sicuri perché la si pulisce e la si disinfetta ogni giorno o quasi. Non succede così, invece, per altri incubatori di germi. Basti pensare alle scarpe, con le quali si rischia di portare tra le mura domestiche ben 440.000 batteri pericolosi che possono portare a serie infezioni delle vie respiratorie, come la polmonite.
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Ecco i luoghi pieni di batteri in cucina
Tagliere da cucina
Soprattutto se è di legno, può diventare ricettacolo di batteri pericolosi. Va igienizzato dopo ogni uso, preferendo sistemi naturali.
Manopole degli armadietti da cucina, rubinetti, interruttori, maniglie
Sono densamente “abitati” da germi, perché si toccano in genere con le mani sporche. Anche in questo caso l’antidoto è la pulizia. Idem per i piani di lavoro, sopra i quali si appoggiano i cibi e le cose più disparate.
In bagno
Asciugamani
Per riempirli di “ospiti” invisibili e sgraditi, basta asciugarsi le mani dopo aver toccato del materiale contaminato. Quando lo stesso telo poi si passa sul viso, a contatto con naso e bocca, i batteri entrano nell’organismo. E se un solo asciugamano viene diviso tra più persone, come può succedere in abitazioni e comunità promiscue, la contaminazione si moltiplica. La stessa cosa vale anche per i panni da cucina per asciugare i piatti
Portaspazzolino e spazzolini da denti
Uno spazio umido, quale è un bagno, fa ulteriormente proliferare i batteri. Spazzolini e contenitori, inoltre, corrono il rischio di entrare a contatto con materia fecale e non solo del padrone di casa. Bisognerebbe tenerli a debita distanza dai sanitari e abbassare sempre il coperchio del water prima di tirare l’acqua. Altri suggerimenti: sciacquare lo spazzolino con cura, evitare l’uso di custodie (poiché possono favorire la formazione di un ambiente favorevole per la proliferazione dei batteri), non usare quello di altre persone e non prestare il proprio, non appoggiarlo al lavandino (altra possibile fonte di contaminazioni) e tenerlo in verticale.
Pietra pomice
“Un’altra cosa tenuta in bagno e da non condividere – aggiunge il dottor Masucci – è la pietra pomice, quella per levigare i piedi. Ciascuno, in famiglia, dovrebbe avere la sua”.
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Smartphone, tablet e tastiere
Vengono appoggiati sui supporti e nei luoghi più disparati – in casa o in ufficio, in stazione e nei bar, in luoghi chiusi e spazi aperti ma anche sul tavolo della cucina – senza badarci più di tanto. Spesso si utilizzano pure in bagno. E diventano micidiali vettori di germi e batteri, cover comprese. Vanno quindi puliti, ma senza esagerare o farsi prendere da manie igieniche compulsive. “Passare un panno in microfibra umido sui dispositivi – spiegano i siti di settore – è sufficiente a eliminare quasi tutti i batteri più comuni. Per quelli più resistenti o per i virus, come quello dell’influenza, si dovrà usare una sostanza detergente”. Altri suggerimenti. Lavarsi sempre le mani prima di scrivere al pc, non mangiare alla scrivania e disinfettare il piano di lavoro per intero.
Auricolari
Vale lo stesso consiglio dato per spazzolini e altri oggetti personali: mai condividere gli auricolari. Le orecchie di chi li usa regolarmente, dicono alcune ricerche, sono invase da più batteri rispetto a quelle di chi non li usa. E il discorso è sempre lo stesso. In casa e in altri luoghi, a cominciare dalla macchina, vengono poggiati dove capita, senza alcuna accortezza.
Cravatte
Anche le cravatte possono entrare a contatto con germi e virus, ma non ci si pensa, se non negli ospedali e nelle case di cura. Così, sbagliando, in genere vengono lavate ad ogni morte di papa e non a intervalli di tempo ravvicinati.
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