Uomo ucciso da Baby Gang, parla la maestra dei piccoli killer: “Questo succede quando la scuola non puo’ più punire”
La morte di Antonio Stano ha sconvolto il web. L’uomo di 66 anni infatti è deceduto dopo essere stato ripetutamente seviziato da una baby gang composta da 12 minorenni e 2 maggiorenni.
Sulla vicenda è intervenuto Matteo Salvini che ha dichiarato: «Se confermati colpevoli, pene esemplari per tutti, anche per i minorenni, che devono essere trattati (e puniti) come tutti gli altri. Di fronte a simile violenza per me non esiste la distinzione fra minorenni e maggiorenni».
Sulla questione però si è espressa recentemente anche Pamela Massari, insegnante di una scuola elementare pugliese la quale è stata frequentata da alcuni degli indagati. Le sue parole in particolare sono state piuttosto dure: «Per carità la noia. Se ci fossero un cinema e un teatro a Manduria non esisterebbero le baby gang? Qui il problema è uno, ma costa ammetterlo: questi ragazzini vivono in un contesto di impunità fin da piccoli grazie a genitori pronti a difenderli sempre e comunque, pur davanti a evidenze vergognose».
Pochi giri di parole dunque: il comportamento dei ragazzi non è solo colpa dell’ambiente circostante, ma anche dei genitori che non sono stati in grado di seguirli in maniera adeguata.
Ha dunque proseguito: «Accusare una comunità è azzardato piuttosto concentriamoci su questi ragazzini sempre più sfrontati. Potrei elencare decine di episodi di cui sono stata protagonista io ma anche tanti miei colleghi, atteggiamenti genitoriali che hanno mortificato e tarpato la mia attitudine professionale.
Mamme e papà che si sentono in diritto di inveirti contro perché hai osato rimproverare l’alunno. Le storie che ogni tanto si sentono sono vere: e passare dalla passione per l’insegnamento al lassismo da parte dell’istituzione scolastica per una sensazione di impotenza è purtroppo tutt’altro che difficile».