Una verità agghiacciante è emersa nelle ultime ore attorno al caso dell’omicidio di Ilaria Sula, la 23enne uccisa brutalmente a Roma. Durante un interrogatorio durato circa quattro ore, Nors Manlapaz, madre dell’indagato Mark Samson, ha ammesso agli inquirenti di aver assistito alla scena del crimine e di aver aiutato il figlio a ripulire le tracce ematiche lasciate dopo l’aggressione.
Una confessione che ha fatto calare un silenzio di sgomento su una vicenda già segnata da orrore e incomprensione. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, si arricchiscono così di un elemento inquietante: non solo il delitto, ma una presunta complicità familiare nel tentativo di occultamento delle prove.
Un crimine consumato in casa, sotto gli occhi della madre
L’omicidio si sarebbe consumato all’interno dell’abitazione di Mark Samson, nella quale, secondo quanto dichiarato da Manlapaz, lei stessa era presente al momento dell’aggressione. Lì, la giovane Ilaria – studentessa universitaria e già ex compagna del 23enne – avrebbe trovato la morte per mano di colui che non accettava la fine della loro relazione. Ilaria avrebbe tentato più volte di allontanarsi da Mark. Secondo alcune ricostruzioni, negli ultimi mesi la giovane aveva espresso timori riguardo al comportamento del ragazzo, ritenuto sempre più instabile e ossessivo.
Il gesto estremo, secondo gli inquirenti, sarebbe maturato all’interno di una dinamica di controllo, gelosia morbosa e rifiuto del distacco. Dinamica che, in più casi, viene ricondotta a fenomeni di stalking o violenza di genere, purtroppo ancora troppo frequenti.
Il coinvolgimento di Nors Manlapaz
Durante l’interrogatorio, la madre di Mark ha rivelato di non essere riuscita a fermare l’omicidio, ma di aver deciso – in preda al panico – di “aiutare il figlio” dopo il delitto. La donna, di origini filippine come il figlio, è adesso formalmente indagata per favoreggiamento e occultamento di prove. L’abitazione è stata posta sotto sequestro per ulteriori rilievi tecnici.
Il suo avvocato, Paolo Foto, ha parlato di una donna “devastata, incredula, provata nel corpo e nello spirito da quanto avvenuto”. Secondo il legale, Manlapaz non avrebbe agito per complicità ideologica, ma per uno stato di shock paralizzante e paura materna. Una tesi che, tuttavia, potrebbe non bastare a escludere gravi responsabilità penali.
Perizia psichiatrica per Mark Samson?
Nel frattempo, i legali di Mark starebbero valutando la richiesta di una perizia psichiatrica. Obiettivo: accertare se al momento del crimine il 23enne fosse capace di intendere e di volere. Un passaggio che potrebbe avere un forte impatto sull’iter giudiziario, e perfino sull’eventuale imputabilità del giovane. “Il ragazzo potrebbe aver agito in uno stato di alterazione psichica dovuta a disturbi preesistenti”, ha riferito una fonte vicina alla difesa. Ma su questo aspetto, saranno solo i periti nominati dal Tribunale a fornire una risposta certa.
La memoria di Ilaria e la voce della comunità
Intanto, la città di Roma si stringe nel dolore. Gli amici di Ilaria, sconvolti, la ricordano come una ragazza solare, riservata, appassionata di libri e viaggi. In molti avevano intuito che qualcosa nella relazione con Mark non andava: “Era cambiata. Più chiusa. Ma mai avremmo pensato a una fine simile”, ha raccontato un’amica. Anche le associazioni per la tutela delle donne hanno voluto esprimere cordoglio e rabbia. “Serve un salto di consapevolezza nella società, a partire dalle scuole, per riconoscere i segnali della violenza psicologica e relazionale prima che degeneri in tragedia”, ha dichiarato una rappresentante del centro antiviolenza “Telefono Rosa”.
Un processo che farà discutere
Con due indagati, un femminicidio, una possibile perizia psichiatrica e il coinvolgimento diretto di un genitore, questo caso si avvia a essere uno dei più complessi e seguiti del 2024. In attesa dell’udienza preliminare, l’intera comunità chiede giustizia per Ilaria. Un nome che oggi – come purtroppo troppe altre – si aggiunge a quella lunga e dolorosa lista di donne uccise per mano di chi sosteneva di “amarle”.