Dopo sei mesi di indagini, la Procura ha chiesto il giudizio immediato per Riccardo Chiarioni , il giovane ora 18enne accusato di aver massacrato la sua famiglia la notte del 1° settembre 2023 a Paderno Dugnano , in provincia di Milano. All’epoca dei fatti aveva 17 anni e, dopo aver festeggiato il compleanno del padre con una cena a base di pizza, ha compiuto un gesto di inaudita violenza, uccidendo il padre, la madre e il fratellino con 57 coltellate .
Un delitto senza un movimento chiaro
Nonostante l’intensa attività investigativa, ancora oggi manca un vero movimento per questa strage familiare. Le dichiarazioni rilasciate da Riccardo agli inquirenti sembrano confuse e prive di una reale motivazione logica : «Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero» .
Durante le perquisizioni nella sua macchina fotografica, sono stati trovati una copia del “Mein Kampf” di Hitler , discorsi di Benito Mussolini annotati su un quaderno , disegni di aquile romane e fasci littori , oltre a appunti su lame e coltelli . Un materiale che potrebbe fornire qualche indizio sulla sua mentalità e sulle sue possibili influenze ideologiche, ma che non chiarisce del tutto il perché della strage .
Una famiglia felice prima dell’orrore
La famiglia Chiarioni era ben inserita nella comunità e apparentemente felice , senza segnali evidenti di disagio o tensione che potevano far presagire una simile tragedia. Fabio Chiarioni , il padre, era un imprenditore di 51 anni. Daniela Albano , la madre, avrebbe compiuto 49 anni poco dopo. Lorenzo , il fratellino minore, aveva solo 12 anni .
Quel tragico 1° settembre, dopo una serata apparentemente normale, Riccardo si è chiuso nella sua stanza, ha messo nelle cuffiette i Beatles e ha preso un coltello da cucina avvolto in uno straccio . Senza esitazione, si è diretto verso la stanza del fratellino e lo ha colpito ripetutamente. Le urla strazianti del piccolo hanno svegliato i genitori, che sono accorsi in suo aiuto, ma sono andati incontro allo stesso destino. La madre è stata uccisa per prima , seguita dal padre, che ha tentato di fermare Riccardo.
Il racconto agghiacciante del massacro
Durante l’interrogatorio, il giovane ha ricostruito il momento esatto in cui ha assassinato il padre, confermando di aver interrotto l’attacco per poi riprenderlo:«Mio padre mi ha detto di fermarmi, di lasciare il coltello. Io l’ho lasciato giù e mi sono allontanato. Poi si è girato verso mia madre e mio fratello, l’ho ripreso e l’ho colpito alla schiena» . Un dettaglio che evidenzia come il giovane non fosse in uno stato di totale perdita di controllo , ma avesse consapevolezza delle sue azioni.
Verso il processo: cosa succederà ora?
Con la richiesta di giudizio immediato , la Procura ritiene che le prove raccolte siano già sufficienti per andare a processo senza passare per l’udienza preliminare . Questa procedura viene solitamente adottata nei casi in cui la colpevolezza dell’imputato appare evidente e la fase istruttoria è considerata superflua. Se il Tribunale accetterà la richiesta della Procura, Riccardo Chiarioni potrebbe essere processato nei prossimi mesi , affrontando un’accusa gravissima: triplice omicidio aggravato .
L’assenza di un movimento chiaro potrebbe complicare ulteriormente il dibattito in aula , sollevando domande sullo stato mentale del ragazzo al momento del delitto. Gli inquirenti dovranno valutare se esistano elementi psichiatrici rilevanti che possano influenzare l’esito del processo. Nel frattempo, la comunità di Paderno Dugnano resta sotto shock, incapace di comprendere come un giovane apparentemente normale abbia potuto trasformarsi in un assassino spietato