Un’altra giovane vita spezzata durante una gita scolastica. Si chiamava Davide Calabrese, aveva 18 anni ed era uno studente italiano in viaggio con la sua classe in Spagna. Doveva essere un momento di gioia e scoperta, come tante esperienze vissute da ragazzi della sua età. Invece, si è trasformato in tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, Davide si sarebbe sentito male durante il soggiorno con la sua scuola. Il malore, improvviso e ancora da chiarire, non gli ha lasciato scampo. Le autorità locali hanno aperto un’inchiesta per ricostruire l’accaduto, mentre la famiglia, distrutta dal dolore, è partita immediatamente per raggiungere il luogo in cui si trovava il figlio.
L’episodio ha inevitabilmente riportato alla mente un altro caso drammatico accaduto poche settimane fa: la morte di Aurora Bellini, la 19enne deceduta sul traghetto che portava la sua classe da Napoli a Palermo, durante una gita scolastica. Anche in quel caso, un malore improvviso, anche lì un viaggio che si è concluso nel modo più impensabile.
Un dolore che si ripete: scuola, ragazzi, famiglie in attesa di risposte
La dinamica esatta della morte di Davide è ancora sotto esame. Si attendono gli esiti dell’autopsia, mentre le autorità italiane sono in contatto con la Farnesina per il rientro della salma e per garantire assistenza alla famiglia. Il preside dell’istituto frequentato da Davide ha espresso profondo cordoglio: “Un ragazzo solare, educato, molto legato ai compagni. Il dolore è immenso, siamo tutti sconvolti. La scuola è in lutto.”
Anche i docenti accompagnatori, sotto shock, sono stati ascoltati dalle autorità spagnole. Al momento non ci sono indagini a loro carico, ma l’attenzione è altissima anche sul fronte delle responsabilità organizzative e del pronto intervento medico.
Il precedente di Aurora Bellini e il tema della sicurezza in viaggio
Il caso di Davide Calabrese si inserisce in un contesto che sta aprendo un dibattito molto delicato in Italia: quello della sicurezza durante le gite scolastiche. Dopo il caso di Aurora Bellini, sono state molte le famiglie e le associazioni a chiedere un maggiore controllo, sia nella gestione sanitaria degli studenti in viaggio, sia nel supporto psicologico e logistico ai docenti accompagnatori.
La storia di Davide è un’altra ferita che riapre paure, domande, e la necessità di fare luce su ogni dinamica, affinché viaggiare per imparare e crescere non si trasformi mai più in una tragedia.
Una comunità in lutto
Davide viveva in una cittadina del nord Italia, dove la notizia della sua morte è arrivata come un fulmine. Amici, compagni di scuola e docenti si sono radunati in segno di raccoglimento e cordoglio. “Ci mancherà il suo sorriso. È difficile crederci”, scrive una compagna di classe sui social, mentre i messaggi di affetto si moltiplicano. La scuola ha sospeso le attività didattiche per un giorno, annunciando una commemorazione ufficiale. Intanto, l’Italia piange un’altra giovane promessa che non potrà più raccontare la sua storia.