Terremoto Al Sud Italia: Scossa forte, paura e gente in strada. L’allarme dell’esperto: “Non è finita”
Terremoto in Calabria, paura tra i residenti: una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 è avvenuto intorno nel tardo pomeriggio di ieri nella zona di Cerisano (Cosenza), con epicentro ad una profondità di 32 km. L’evento sismico è stato localizzato dalla Sala Sismica dell’Ingv di Roma.
La scossa è stata avvertita dalla popolazione. Numerose le telefonate giunte alla centrale operativa dei Vigili del fuoco ma al momento non sono segnalati danne a persone o cose solo tanta paura per i residente che si sono riversati in strada impauriti. Tantissimi anche i messaggi social per informazioni.
Terremoto, L’Allarme dell’esperto Ortolani: “Ci sono i segnali, in migliaia sono in pericolo. I luoghi più a rischio”
Campi Flegrei e Vesuvio, la paura per i campani è tanta. Due punti uniti da una camera magmatica di circa 8/ 10 chilometri. Un pericolo che seppur non sembra imminente, deve comunque allertare le istituzioni e la Protezione Civile. A parlare del pericolo è il professor Franco Ortolani ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio della prestigiosa università Federico II di Napoli.
Professor Ortolani cosa succede nei Campi Flegrei e nel Vesuviano?
Il problema sismologico per Napoli non esiste molto. I terremoti a Napoli si sentono appena. Sono per lo più scosse “appenniniche” che provengono o dall’Irpinia o dal Sannio. I terremoti Vesuviani si sentono appena. C’è però stata una crisi bradisismica nell’area flegrea tra l’80 e l’85. Siamo comunque in mezzo a due vulcani attivi. Tra questi c’è anche l’Ospedale del Mare.
Ma la situazione com’è?
Potete stare tranquilli sapendo che siamo su due vulcani attivi? Non è che non può succedere nulla. In qualsiasi momento tutto può cambiare. Consideri una cosa: ha presente l’Ospedale del Mare? Quello sarà pure costruito con tutte le norme antisismiche, ma se arriva una nube di 500 gradi, brucia tutto. Parliamoci chiaramente
Il prof Boschi parlava della mancanza del piano di evacuazione per un terremoto
E’ vero, non c’è. Ogni comune ha fatto nello specifico un piano, ma non sa l’Ente a lui vicino cosa ha fatto. E mi perdoni, ma questo non è fare un piano vero e proprio. Bisogna infrastrutturare l’area con strade larghe. Lei qui conosce delle strade larghe che possono essere viste come vie di fuga che possano essere dirette verso l’esterno? Gli abitanti dei Campi Flegrei che strada fanno? Verso Napoli? Verso Quarto? Io non ne ho mai viste.
Quale può essere una soluzione?
I rappresentanti delle istituzioni devono fare un piano. Bisogna fare strade nuove. Bisogna fare programmi giusti, non comune per comune
Il professor Boschi non era d’accordo ad evacuare interi comuni di 50mila abitanti in altre regioni. Lei cosa ne pensa?
Guardi, se teniamo presente ogni piano fatto dopo la guerra, possiamo dire che non c’è soluzione, tenendo anche conto della testa delle persone. Non bisogna fare filosofia. Abbiamo un problema grosso: quelle 500 mila persone che abitano nella zona dei Campi Flegrei non ci dovevano essere.
Sotto al suolo di Napoli cosa c’è? La situazione come sta?
La situazione non è tranquilla. Ci sono degli sciami sismici. L’area flegrea è stata messa in allerta. Il bradisismo si sta sollevando. CI sono 500mila persone sopra. Se passa ad un livello successivo, il rischio ovviamente aumenta. Durante il bradisismo ’83- ’85 studiammo che il sollevamento causa una dilatazione disomogenea dei terreni di fondazione su cui poggiano le case. Queste venivano ruotate, spostate e le tubazioni si rompevano. Proponemmo già nell’84 una norma antibradisismo a seconda di queste caratteristiche per contrastare questa dilatazione. Purtroppo questa nostra proposta, da un orecchio è entrata e da un’altra è uscita ai nostri interlocutori.
Secondo lei, quindi, Boschi aveva ragione, non c’è molta sicurezza
Si, ha ragione. Bisogna mettere a capo delle strutture persone con una credibilità al 100%. Persone preparate. Specialisti migliori con strumenti adeguati. Si rende conto che il presidente dell’Ingv dopo i fatti di Ischia del 21 agosto è andato in tv a dire che il terremoto di Casamicciola era causato da una faglia di 5 km in mezzo al mare? Questa affermazione nei successivi cinque giorni è stata poi rimangiata, la faglia era proprio a Casamicciola. Bisogna avere persone che abbiano anche un impatto comunicativo sulle persone. Io al posto del presidente mi sarei dimesso.
Dottor Ortolani, cosa si sente di dire alle persone dei Campi Flegrei, ma anche alle persone che abitano nell’area Vesuviana?
Il rischio vulcanico non si può impedire. Ha leggi della natura che non si possono contrastare. Si può cercare di essere più sicuri di adesso. Magari fare le vie di fuga. Aumentare il sistema di monitoraggio che si avvalga delle migliori competenze.
Ora come è il monitoraggio?
E’ buono. Ora siamo in una situazione tranquilla. Ma poi? Il problema però non si elimina con il monitoraggio. Le zone più esposte sono quelle di Fuorigrotta, Pianura e Soccavo e poi San Giovanni Barra ecc per il Vesuvio. Quando c’è calma siamo tutti tranquilli, ma poi? Le condizioni ora sono così, ma poi possono cambiare da un momento all’altro. Dobbiamo essere pronti, e ora non lo siamo. Bisogna dare le direttive giuste.