Svolta sui Ds, il Miur: “I Presidi saranno controllati, i docenti no, ci sarà un inversione di ruoli”. Le novità
Svolta possibile per i presidi. Spunta l’ipotesi di un controllo sugli accessi dei presidi, mentre verrebbero esclusi da verifiche biometriche i docenti. È questa la condizione posta dalla commissione Cultura della Camera nel parere sul ddl Concretezza, all’esame delle commissioni Affari costituzionale e Lavoro della Camera.
Oggi il testo rimanda invece tutta la materia a un decreto del Miur. La richiesta consiste nel mettere da subito fuori dal raggio di azione del provvedimento gli insegnanti, mantenendo per i dirigenti scolastici l’accertamento sugli ingressi, da definire nelle modalità con norme ad hoc.
I relatori dovrebbero presentare un emendamento al ddl Concretezza che recepisce la condizione posta dalla commissione Cultura della Camera sul provvedimento. Condizione che mira ad escludere dal controllo biometrico delle presenze i docenti, introducendo invece una verifica, da stabile ancora nelle modalità, per gli accessi dei presidi.
Il sottosegretario alla P.a, Mattia Fantinati, spiega che sarà «un decreto P.a-Miur» a stabilire le regole per accertare gli ingressi dei dirigenti scolastici. L’emendamento arriverà per l’esame in Aula del ddl Concretezza, appena licenziato dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera.
Il ddl Concretezza prevede il controllo biometrico degli ingressi a lavoro, con l’utilizzo parallelo della videosorveglianza, per tutti i dipendenti pubblici, dirigenti inclusi, ad eccezione dei comparti cosiddetti non contrattualizzati (forze dell’ordine, prefetti, corpo diplomatico).
Ora, con l’emendamento che verrà presentato in Aula alla Camera, saranno esclusi anche i docenti, che d’altra parte sono già ‘tracciatì attraverso il registro elettronico. Per i dirigenti scolastici invece si rimanda a un decreto ad hoc (Funzione Pubblica e Ministero dell’Istruzione) fatto salvo che una qualche forma di controllo sugli accessi ci dovrà essere. Un principio che si allinea anche a quanto stabilito nella delega per il miglioramento della P.a, all’esame del Senato, che apre a una presenza quotidiana dei dirigenti pubblici negli uffici.
«Fermo dissenso» all’ipotesi di un controllo sugli accessi dei presidi, arriva da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. «Non ha alcun senso controllare l’accesso del dirigente che non ha un orario fisso di lavoro. Un dirigente – osserva ancora Giannelli – dovrebbe essere valutato per i risultati che ottiene non per il tempo che trascorre in ufficio»
«Un preside molto spesso gira tra vari plessi scolastici e inoltre il lavoro del preside si svolge spesso presso altre istituzioni, l’ufficio scolastico, il municipio: la misura dunque non ha alcun senso e indica invece ostilità verso la nostra categoria», precisa Gianelli.
«Un dirigente – osserva ancora Giannelli – dovrebbe essere valutato per i risultati che ottiene non per il tempo che trascorre in ufficio. I dirigenti scolastici non hanno timori riguardo al provvedimento, trascorrono un numero enorme di ore a scuola ma trovano la misura inutilmente vessatoria. Evidentemente, non ci si fida del fatto che i dirigenti vanno a lavorare», conclude Giannelli.