Se fosse per il ministro dell’Istruzione, gli stipendi dei lavoratori della scuola dovrebbero essere sicuramente più alti, ma bisogna considerare la realtà e decidere assieme ai sindacati quale strada prendere: a dirlo alla Tecnica della Scuola, in occasione dell’anniversario della testata giornalistica, che il 10 maggio compirà 70 anni, è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
Sinora il Governo non è riuscito ad incrementare i compensi dei lavoratori della scuola, dando loro stipendi adeguati: cosa possiamo dire?
“Possiamo dire – ha risposto Bussetti – che noi dobbiamo parlare del personale della scuola: perché, non dimentichiamo anche il personale amministrativo, che svolge un ruolo importantissimo. Dobbiamo anche pensare che nella Legge Finanziaria abbiamo rimesso in ordine una situazione, tanto che se non fossimo intervenuti avremmo addirittura creato un abbassamento degli stipendi”.
Si riferisce alla cosiddetta perequazione?
“Esatto. Abbiamo evitato di andare a condizionare anche la posizione stipendiale salariale dal 1° gennaio 2019 in avanti”.
Ma c’è una possibilità che nei prossimi 2-3 anni si vada oltre alle cifre indicate nel Def appena presentato dal Governo?
“Intanto nel Def, ho fatto inserire una frase che obbliga il Governo a riflettere anche su questo aspetto”.
Il 17 maggio ci sarà uno sciopero: lei ha incontrato i sindacati, ma gli elementi presentati non sono stati evidentemente convincenti. Cosa pensa di questo sciopero?
“Penso che lo sciopero è un diritto dei lavoratori: quando ci sono manifestazioni di questo tipo, è giusto ascoltare e riflettere sulle ragioni e motivazioni. Noi, siamo qua per cercare di servire, perchè il ministro serve proprio per andare incontro al miglioramento e ai bisogni dei nostri cittadini. In questo caso, la nostra scuola è importantissima e fondamentale. Dobbiamo però trovare la strada insieme, considerando anche le possibilità che si hanno. Perché se fosse per il ministro, non si farebbe neanche lo sciopero: si andrebbe veramente incontro alle richieste dei lavoratori della scuola e dei sindacati”.