Ore d’ansia e di attesa per la piccola Noemi. La piccola che venerdì 3 maggio è stata ferita, in maniera grave, a Napoli, in Piazza Nazionale, ora lotta tra la vita e la morte. I medici del Santobono che l’hanno operata, ai giornalisti, hanno affermato che ora, dopo l’estrazione del proiettile, è in coma farmacologico. In questo momento non respira ancora autonomamente, bisognerà aspettare qualche ora prima di tirare un sospiro di sollievo. A quanto pare il proiettile che l’ha colpita ha perforato entrambi i polmoni conficcandosi, poi, nella costa.
Il fatto
Alle 17.30 di venerdì la piccola era nei pressi del bar Elitè con la nonna, Immacolata Monda di 50 anni. Due sicari, a bordo di uno scooter, si sono avvicinati al loro vero obiettivo, Salvatore Nurcaro, 35 anni, pregiudicato per sparargli. Circa una decina di colpi sparati. Sei hanno colpito l’uomo, originario di San Giovanni, feriti anche lui gravemente e poi trasportato con l’ambulanza all’ospedale Loreto Mare. Un proiettile ha colpito la nonna della piccola e un altro la piccola Noemi. Strazianti le urla della madre della piccola che si trovava lì per caso. Non ha alcun rapporto di parentela con Nurcaro, vero obiettivo dei due.
Il bersaglio mancato
Secondo gli inquirenti che stanno lavorando al caso, si tratterebbe della faida di camorra tra il clan Mazzarella e quello dei Rinaldi. I due si contenderebbero da anni il territorio di Napoli Est. Giovanni Nurcaro, di San Giovanni a Teduccio, ex zona industriale del capoluogo campano, farebbe parte della famiglia dei Rinaldi. L’uomo, secondo i medici del nosocomio, sarebbe stato gravemente ferito e, fuori pericolo di vita.
La rabbia
Indignato il popolo Napoletano. Un altro fatto di camorra, un’altra vittima innocente. A qualche anno dalla morte bianca di Annalisa Durante, anche lei colpita da un proiettile durante una faida di camorra nel quartiere di Forcella, quella di Noemi sembra essere un’altra storia destinata a far discutere. Salvini ha mostrato vicinanza alla famiglia promettendo di trovare quanto prima i colpevoli del vile attacco.