Nonostante le difficoltà legate al Covid-19 da un punto di vista sanitario, per l’insostenibilità ospedaliera, al treno dei problemi in Italia si aggancia anche il “vagone”, scuola. L’avviamento della campagna di vaccinazione dei docenti e del personale scolastico ha fatto sorgere più di qualche dubbio sulla condizione salariale prevista dalla “legge Brunetta” di qualche anno fa.
Non scatta alcuno “sconto” per il corpo docenti, una volta richiamato all’attenzione del centro di smistamento vaccini. Il governo, al momento, non prevede alcuna chiusura d’occhio per la tanto attesa iniezione. Per insegnanti e personale Ata, dunque si può ricorrere al permesso retribuito o alla cosiddetta malattia non retribuita, per andare incontro ad un diritto civico. Il personale scolastico dovrà spendere dunque permessi retribuiti o malattie che prevedono sia per i vaccini, che per i casi di febbre alta, la cosiddetta “trattenuta Brunetta”
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Scuola, la protesta dei docenti e le richieste di chiarimento all’indirizzo del Ministro dell’Istruzione
Nonostante la campagna vaccinale, la scuola e il personale addetto stanno riscontrando enormi difficoltà da un punto di vista contrattuale, in occasione della sottoposizione all’iniezione. In caso di febbre alta o degenza post-vaccino, per legge è necessario ricorrere alla malattia.
Permessi e ferie dunque per recarsi all’appuntamento previa prenotazione. Un argomento che ha fatto infuriare alcuni docenti, andati incontro al taglio di stipendio per raccogliere un diritto alla vita. La professoressa Elena Sarsino ad esempio ha dovuto chiedere malattia per due giorni, successivi alla vaccinazione per febbre alta. Vaccinata, ma mazziata dal governo, la cui legge per le malattie statali prevede la decurtazione salariale dallo stipendio mensile, ovvero la “trattenuta Brunetta”
Ennesima sottolineatura ad opera della maestra della scuola dell’infanzia, Eleonora Saviano, che ha dovuto intaccare più giorni della settimana, siccome il solo sabato è previsto come giorno di ferie settimanale. All’indignazione dei docenti è sopraggiunta quella dell’onorevole, Vittoria Casa del M5S, che ha sollecitato il ministro Bianchi a prendere in esame il permesso “ad hoc”. Una franchigia attuata per giustificare i giorni d’assenza previsti dalla campagna di vaccinazione, senza intaccare lo stipendio. Seguici su Google News.