Scuola, La denuncia Anief: 170 mila posti liberi che non andranno ai precari. Torna la Supplentite
Ventitremila cattedre disponibili, e neppure una andrà a offrire un posto fisso ai precari della scuola. Il paradosso arriva da quota 100, il meccanismo pensato dal governo per mandare in anticipo in pensione alcune migliaia di lavoratori, compresi ovviamente collaboratori scolastici e insegnanti. Ai pensionamenti ordinari, infatti, si aggiungono quelli straordinari, che porteranno circa 42 mila insegnanti ad abbandonare le aule entro il 31 agosto.
Ma i tempi non coincidono con quelli della scuola, che il 1° settembre deve avere già i docenti in cattedra, e soprattutto deve avere i contratti garantiti dalle risorse del ministero delle Finanze per trasformare parte dell’organico di fatto (quello che cambia ogni anno in base alle esigenze mutanti della scuola) in organico di diritto (cioè fisso).
«Tutto per colpa dell’incapacità della burocrazia ministeriale e del governo di autorizzare le assunzioni a tempo indeterminato dal prossimo 1° settembre», denuncia l’Anief. Che rileva che il governo conosceva «da mesi» il numero delle domande e avrebbe dovuto agire per programmare nella scorsa legge di bilancio le assunzioni a tempo indeterminato.
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Quali saranno le conseguenze per la scuola? Che quei posti saranno occupati da supplenti: «Il governo ha trovato le risorse per mandare anticipatamente in pensione alcune migliaia di lavoratori, ma non ne trova per assumere i docenti che servono a garantire la continuità didattica delle nostre scuole», rileva Malpezzi, della commissione Istruzione al Senato.
«Ci sono ben 17.614 posti vuoti nell’organico di fatto, ma nessuno di questi sarà trasformato e offerto al personale precario perché mancano i soldi», rincara la dose Malpezzi, proponendo di destinare «una parte dei posti liberati dall’accoglimento delle domande di pensionamento entro il 31 agosto al 50 per cento per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato e al 50 per cento per i trasferimenti».
Secondo Anna Ascani, vicepresidente del Pd e capogruppo dem in commissione Cultura alla Camera, «aver voluto far partire a tutti i costi prima delle elezioni europee i prepensionamenti, senza aver previsto alcun tipo di provvedimento per le assunzioni sostitutive, né ulteriori concorsi, sta creando danni irreparabili». Anche i sindacati confederali sono irritati: «Ci troviamo in una situazione paradossale: mentre la vera questione è come occupare i posti liberi e vacanti- ammonisce Pino Turi, Uila scuola- è troppo tardi per le nomine in ruolo, troppo tardi per occupare i posti liberi e vacanti.
Con un livello di insegnanti precari, congiunturalmente senza precedenti – tra pensionamenti, quota 100 e posti in organico di fatto disponibili – non abbiamo aspiranti, non abbiamo chi può entrare in ruolo». L’anno scorso erano stati 32 mila i posti autorizzati dal ministero dell’Economia e non coperti, quest’anno- secondo Turi- potrebbero essere oltre il doppio».
Risultato? Tra supplenze tradizionali, che ogni anno si aggirano intorno alle 100mila, e straordinarie (posti liberi dai pensionamenti) «almeno 150-170 mila cattedre saranno ricoperte da supplenti», allerta Maddalena Gissi, Cisl.