Scuola, Azzolina: “Bando per concorso al 30 aprile ma non per tutti” Novità anche per Diplomati Magistrale
Il nodo precari agita torna ad agitare la maggioranza. Il nodo sono i concorsi per oltre 60mila cattedre annunciati ormai un anno fa e ancora chiusi nei cassetti di Viale Trastevere. Ieri alla riunione di maggioranza sono emerse opinioni divergenti; la ministra Azzolina vuole andare avanti e mantenere un minimo di “selettività” alle prove, mentre Leu chiede di semplificare ulteriormente le selezioni per c’entrare l’obiettivo di procedere alle immissioni in ruolo in tempo per l’inizio del prossimo anno.
Concorso, La dead line del 30 aprile
L’idea della ministra Azzolina è pubblicare i bandi entro il 30 aprile e poi correre soprattutto per il concorso straordinario, che al momento non è per soli titoli. Una eventuale ulteriore semplificazione della procedura necessita di una norma ad hoc, e il cammino parlamentare non appare in discesa. Il tema è delicato. A settembre, senza assunzioni, si rischia l’esplosione delle supplenze, destinate a superare quota 200mila (sarebbe precaria una cattedra su quattro).
Al via un tavolo con gli esperti
Anche per come chiudere e aprire il nuovo anno le posizioni sembrano distanti. Anche per questo motivo, la Azzolina sta per istituire un tavolo con esperti che lavoreranno fianco a fianco del governo per mettere a punto una serie di proposte. Non solo come ripartire a settembre, un tema su cui siamo già al lavoro ma anche come costruire, uscendo da questo emergenza, una nuova scuola, ha detto la ministra.
Iv: la riapertura non può essere gestita solo con circolari ministeriali
Sull’utilità del tavolo si è espressa Iv: «Riaprire la scuola, almeno a settembre, è di un’utilità evidente, pensando a famiglie e soprattutto ai ragazzi – dichiarano l’ex sottosegretario, Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capigruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera e al Senato -.
Riaprire comporta quindi il ricorso a strumenti, indicazioni, strutture, ripensamenti che hanno bisogno di tempo e di una rimodulazione dei luoghi. C’è bisogno di capire come riaprire. Per questo è fondamentale creare da subito un tavolo che elabori soluzioni sull’organizzazione del lavoro scolastico e sulla sua logistica. Il sistema delle riaperture non può essere gestito unicamente con circolari ministeriali o con il buonsenso preziosissimo di dirigenti e docenti».
Diplomati magistrali, le richieste per uscire dalla crisi
La categoria dei diplomati magistrali, all’interno della scuola, è riuscita a ritagliarsi suo malgrado uno spazio importante, considerate le difficoltà che i suoi appartenenti hanno dovuto superare nel corso degli anni. Difficoltà incrementate dal susseguirsi dei vari governi che ne hanno incrementato incertezze e delusioni.
Ecco perché la protesta dei diplomati magistrali resta continua visto che quando ripartirà la scuola, superata l’emergenza sanitaria, le loro difficoltà rimarranno invariate: allora questo potrebbe essere un buon momento per far sentire la propria voce alle istituzioni, troppo spesso distratte o addirittura assenti nel momento in cui c’è stato da prendere decisioni nei loro confronti. L’ultimo capitolo lo si è vissuto in concomitanza con le deliberazioni prese dopo l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che non ha fatto altro che acuire le criticità della categoria.
Al momento la categoria ‘vanta’ (virgolettato con funzione volutamente ironica) 10.000 docenti inseriti a pieno titolo nelle graduatorie. Ci sono poi 45.000 esclusi dalla decisione del Consiglio di Stato di annullare il primo accoglimento cautelare che aveva consentito una massiccia assunzione. In sintesi ciò che i diplomati magistrali chiedono al Ministero di considerare urgentemente sono:
- Le assunzioni per chi è in ruolo con riserva e con anno di prova già superato
- Il reintegro di chi è stato licenziato pur avendo superato l’anno di prova
- La sospensione delle istanze di merito
- L’uso delle graduatorie di istituto per agevolare le assunzioni
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