Scandalo di Palermo, Ecco l’immagine incriminata che ha fatto sospendere la Prof
Sospesa per 15 giorni, con lo stipendio dimezzato, per non avere vigilato sul lavoro dei suoi alunni quattordicenni, che nella Giornata della memoria dello scorso 27 gennaio avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, paragonando il Ministro al Duce.
Il provvedimento della scuola a Palermo
Da sabato scorso e per due settimane, Rosa Maria Dell’Aria, professoressa di Italiano all’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, non presta servizio, dopo che l’Ufficio scolastico provinciale le ha inflitto un provvedimento disciplinare. Per la docente si tratta della «più grande amarezza e la ferita più grande della mia vita professionale», dichiara all’Ansa. Sessantatré anni, docente di Italiano da circa 40 anni e insegnante da 30 al Vittorio Emanuele III, la prof aggiunge: «Naturalmente non parlo del danno economico legato ai giorni di sospensione ma al danno morale e professionale dopo una intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi».
L’immagine incriminata
La vicenda accadde il 27 gennaio scorso, durante la Giornata della Memoria. In quell’occasione la docente di italiano di un istituto di Palermo ha organizzato una videoproiezione in cui il Ministro Salvini veniva accostato alla promulgazione delle leggi razziali del 1938. Questo è costato 15 giorni di sospensione con stipendio dimezzato alla docente.
Parla l’avvocato: «La docente è amareggiata. Le si contesta il mancato controllo su alcuni accostamenti ritenuti offensivi e che rappresentano una visione distorta della storia e implicitamente la si accusa di aver indotto gli alunni ad agire in questo modo. Ma l’insegnante non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico».
Il direttore dell’ufficio scolastico di Palermo, Marco Anello, dichiara: «Abbiamo ricevuto una segnalazione dal ministero, ma eravamo già al corrente di quanto accaduto la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà. Abbiamo agito nella massima trasparenza dopo un’ispezione e una lunga istruttoria in cui sono state sentite tutte le parti».