Un Montalbano invecchiato e stanco, cui pesano gli anni, che ha perso “il piacere indescrivibile della caccia”, il motore dell’intuito poliziesco. Un commissario quasi irriconoscibile rispetto a quello dei primi romanzi degli anni Novanta, che quasi preferisce “scansarsi il caso”. E che ricorda Leonardo Sciascia mentre pensa che l’omicidio è, in fondo, cosa da cretini. Si apre così, con molte sorprese, Riccardino, l’ultimo romanzo del commissario Montalbano, prossimamente in uscita per Sellerio.
Postumo per volontà di Andrea Camilleri che ha voluto fosse pubblicato dopo la sua morte, avvenuta nel luglio dello scorso anno. A svelare le prime pagine del romanzo, leggendole in video da casa sua, è stato un altro giallista di punta della scuderia Sellerio, Antonio Manzini, durante la diretta del Salone del Libro di Torino, trasferitosi sulla Rete per via del coronavirus. Il creatore di Rocco Schiavone, che considera Camilleri il suo maestro, ha interpretato con sicurezza l’inizio dell’avventura finale del commissario.
“Riccardino”, l’ultima avventura di Montalbano: svelato il romanzo postumo di Camilleri
Nell’incipit, Montalbano è chiamato sul luogo di un omicidio. Vorrebbe demandare il suo vice, Mimì Augello, ma è costretto ad andare. E si ritrova in una strada già piena di gente che si affolla dai balconi e dalle finestre e che lo riconosce. “C’è il commissario Montalbano” grida la gente in un collettivo “dialogo aereo”. “Ma quello della tv?” chiede qualcuno. “No, quello vero”.
Così si rivela il gioco pirandelliano su cui lo scrittore siciliano ha costruito questo suo testamento narrativo: raccontare fin dall’inizio di Riccardino che esiste uno scrittore, un “tale Camilleri”, una “gran camurria d’uomo” che si è fatto rivelare da Montalbano le sue indagini e le ha trasformare in storie gialle; quando la tv se ne è impossessata, il commissario è diventato incredibilmente popolare suo malgrado: se stesso ma anche il suo doppio, l’attore che lo interpreta.
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Ora tutti coloro che si sono trovati nelle vicinanze di questo delitto e che stanno in balcone “come alla festa di San Calò” (obbedendo naturalmente alla legge dell’omertà: “vedi ma non riconosci, assisti ma non puoi precisare”) si assiepano per vedere sì il morto, ma anche questo poliziotto famoso, insieme vero e immaginario. Riccardino, scopre poi Montalbano portando in commissariato gli amici che erano con lui quando gli hanno sparato, è un impiegato della Banca Regionale: perché sia stato ucciso, lo sapremo invece solo quando finalmente avremo tutto il resto del libro tra le mani.
Intanto possiamo ancora una volta gioire dell’ironia di Camilleri: entrando Montalbano in commissariato con i testimoni, viene avvertito che da Roma ha chiamato “il professore Camilleri”, come se lo scrittore, a distanza, avesse intuito che è avvenuto un fatto di sangue. Un’ironia che ha molto a che fare anche con la decisione, molti anni fa, di far chiudere Riccardino nella cassaforte della sua casa editrice, per lasciarci un regalo postumo.
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Il perché lo scrittore l’aveva spiegato nel 2007: “Il povero Manolo Vázquez Montalbán, anche lui, per esempio, voleva liberarsi del suo Pepe Carvalho e invece andò a finire che tanto Jean-Claude Izzo che Manolo sono morti prima dei loro personaggi. Allora mi sono detto: Col cavolo che faccio morire il mio personaggio!”.
Così, con scaramanzia mediterranea, Andrea Camilleri raccontava com’era maturata in lui l’idea di riservare al suo Montalbano una fine inconsueta e soprattutto postuma rispetto alla sua, diversamente da ciò che era accaduto ai due amici giallisti. Si mise alla scrivania, scrisse l’ultima e definitiva avventura del suo commissario e la consegnò ad Elvira Sellerio, affinché la mantenesse inedita fino alla sua scomparsa. La intitolò, provvisoriamente, Riccardino, e quel titolo è rimasto, a guardia di quelle pagine sconosciute che oggi sono state in parte svelate.
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Quando arriverà in libreria? Sulla data definitiva la casa editrice palermitana non si pronuncia. Tradizionalmente, i romanzi di Montalbano vengono pubblicati a maggio, pronti per farsi divorare dagli affezionati lettori nel corso della stagione estiva. Ma la chiusura di tipografie e librerie a causa del coronavirus ha cambiato i piani. Ora si può sperare che con la riapertura delle librerie e il ritorno, almeno parziale, alla normalità, non ci sia molto da aspettare.
In questi mesi di isolamento, le nuove puntate televisive dedicate a Montalbano e le sempre seguitissime repliche hanno aiutato gli italiani ad uscire, almeno con la mente, dalla porta di casa e a percorrere col pensiero le strade di Vigata, a sognare il mare limpido e le campagne verdi di quella Sicilia parallela creata da Camilleri. Il 17 luglio cadrà un anno da quando ci ha lasciati. Sarebbe un bel regalo ritrovare le sue parole in questa strana estate.
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