Prato, Insegnante di sostegno licenziato in tronco: “Un motivo assurdo e ingiusto”. La risposta della Preside
Il suo compito era assistere gli studenti con disabilità. Ma la sua, di disabilità, gli è costata il posto di lavoro. Marco Di Domenico, insegnante di 33 anni, denuncia di essere stato licenziato dalla scuola media di Prato dove aveva preso servizio come docente di sostegno perché affetto da miopatia muscolare, una patologia che lo costringe a camminare lentamente e che gli impedisce di sollevare pesi, salire le scale e fare certi tipi di movimenti.
“A settembre avevo iniziato la mia prima supplenza e avrei dovuto lavorare fino al 30 giugno, ma la settimana scorsa mi hanno licenziato in tronco – scrive sul suo profilo Facebook – Tutto è iniziato quando la preside della scuola mi ha chiesto di sottopormi all’esame della Commissione medica di verifica che avrebbe dovuto valutare la mia idoneità all’impiego. Dopo la visita sono stato dichiarato permanentemente inidoneo al sostegno per motivi di sicurezza, anche se non all’insegnamento. La risposta della scuola è stata consegnarmi la lettera di rimozione dall’incarico”.
Di Domenico, però, ha deciso di presentare ricorso: “Nel lavorare sul sostegno ho cominciato a capire più a fondo il valore sociale dell’inclusione – spiega – L’inclusione è la riorganizzazione di un sistema, la sua ricombinazione per fare posto a tutti. E niente, il sistema non ce l’ha fatta perché sono stato espulso da un posto che serve all’inclusione. Discriminato di fatto”.
Licenziamento insegnante di sostegno disabile, La risposta della preside: “Non potevo fare altrimenti”
Dalla scuola, però, la preside spiega che non poteva fare altrimenti: “Si tratta di una questione di sicurezza, sia per gli alunni che per l’insegnante stesso – precisa la dirigente, Francesca Zannoni – Se uno studente per caso lo spingesse e lui dovesse cadere, potrebbe farsi male. Mi è pianto il cuore quando ho firmato la rimozione dall’incarico perché ci trovavamo molto bene con lui, ma non avevamo alternativa. Purtroppo, non essendo un docente di ruolo, la normativa ci impone di agire così e non era possibile affidargli un’altra mansione”.
È proprio contro il sistema che si scaglia Di Domenico. “Siccome sono precario non ho diritto ad essere assegnato ad un altro compito, nè ad avere il punteggio della supplenza per salire in graduatoria – precisa – Potrei insegnare la mia materia, che è arte, se non fosse che venendomi tolta la possibilità di fare punteggio con il sostegno mi trovo ad avere uno svantaggio oggettivo rispetto ai colleghi normodotati, che nella mia stessa condizione lavorativa continuano a prendere quei santi 1.600 euro al mese e continuano a salire in graduatoria”.