Sono in aumento le segnalazioni di malfunzionamenti dei servizi di Poste Italiane: oltre il 90% delle segnalazioni (dati forniti dal sito downdetector) riguarda le difficoltà di accesso, e sono molteplici gli utenti che affermano di non poter utilizzare il servizio spid – il sistema pubblico di identità digitale – fornito da Poste Italiane. Le cause non sono ancora state rese note, ma non è da escludere che il problema sia da ricondurre alla procedura di assegnazione dei bonus mobilità da 500 euro che ha preso il via proprio nella mattinata del 3 novembre e che prevede spid come prerequisito per accedere.
Per completezza di informazione si ricorda che alcuni problemi riconducibili ai servizi di Poste Italiane erano stati registrati anche nelle scorse ore. Si ricorda che Poste italiane è uno dei vari gestori che permetto di utilizzare il servizio di spid, reso necessario per richiedere i bonus mobilità, ma anche per tanti altri servizi che in questo momento risultano inaccessibili. Essendo state stanziate a finanziamento del bonus risorse limitate per 210 milioni di euro, vale il principio del “chi tardi arriva male alloggia”, il che significa che prima si ottiene il bonus e meglio è perché più si aspetta e maggiore è il rischio di restare a bocca asciutta.
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Quindi questo problema di Poste Italiane potrebbe far perdere il Bonus a tante famiglie. Moltissimi infatti, fin da prima delle 9.00 di mattina del 3 novembre, orario di partenza del “click day”, erano già sintonizzati sul pc con le dita pronte per digitare tutte le informazioni necessarie ad accaparrarsi il bonus. Il ministero aveva predisposto un meccanismo di “sala d’attesa”, consistente in una schermata che informa l’utente di quanti utenti ha davanti, dopodiché, armati di tanta pazienza e con molto tempo a disposizione visto che si poteva essere indietro anche di centinaia di migliaia di posizioni, si poteva ottenere l’accesso vero e proprio al sistema ma soltanto dopo essere stati riconosciuti attraverso l’identificazione con lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale).
Proprio questo passaggio, però, si è rivelato uno scoglio insormontabile per chi utilizza per lo Spid l’app di Poste Italiane, in tilt sin dalla mattina del 3 novembre. In pratica, essendo quella più utilizzata in Italia per il riconoscimento dell’identità digitale, l’app di Poste è “saltata” segnalando agli utenti tutta una serie di errori di diversa natura e lasciandoli a piedi in ultima istanza impedendo loro, nella maggior parte dei casi, di completare il processo per l’ottenimento del buono nel tempo prestabilito di 20 minuti. Agli utenti che si lamentavano del disservizio su Twitter, Poste Italiane, comunque al lavoro per risolvere il problema e riportare la situazione alla normalità, rispondeva di interagire col profilo dedicato @WebPoste.
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- Gli utenti chiedono spiegazioni a Poste Italiane su Twitter
ADUC: Ecco come chiedere il risarcimento del danno a Poste Italiane
In un comunicato diffuso già nel primo pomeriggio del 3 novembre, l’associazione a tutela dei consumatori Aduc consigliava agli utenti cui è stato impedito l’accesso al bonus per la mancata identificazione con lo Spid di “agire con Poste Italiane per chiedere il risarcimento del danno qualora non ottengano il buono o il rimborso. La prima cosa da fare è inviare a Poste Italiane una messa in mora per raccomandata a/r (qui un modello) o Pec. Se Poste Italiane non risponde positivamente entro 30 giorni, sarà possibile adire il Giudice di pace della propria città, anche senza avvocato, per ottenere il risarcimento del danno pari al rimborso o buono perduto”.
“Ancora una volta – tuona in una nota il presidente dell’associazione Consumerismo, Luigi Gabriele – il governo promette bonus e rimborsi ma non si rivela tecnicamente in grado di elargire agli italiani quanto promesso. Era già stato fatto presente al ministro dell’Ambiente Sergio Costa che l’accesso contemporaneo di una moltitudine di utenti alla piattaforma avrebbe mandato in crash non solo il sistema, ma anche i siti di intermediazione usati dagli utenti, come appunto Poste Italiane, ma nulla è stata fatto per garantire il funzionamento del sistema”.
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