Che cosa ha portato un bambino gracile e solitario, cresciuto nella provincia parmense, a trasformarsi da Mauro in Platinette, personaggio, maschera, schermo che cela una convivenza ormai consolidata tra le parti maschile e femminile? Qual è stato il primo segnale di questa metamorfosi? Il percorso non è ovvio né immacolato, come si può immaginare. Ma è la vita vera di Mauro Coruzzi, in arte Platinette, figlio di un’operaia e di un muratore, giovanotto poverissimo con un’enorme voglia di riscatto sociale. A ripercorrere quella storia, senza censure, è stato lo stesso Mauro nel libro-confessione ”Tutto di me”.
Platinette Maurizio (Mauro) Coruzzi è Platinette dal 1974. Nasce a Pilastro, nella collina parmense, da una famiglia contadina presto trasferitasi in città, a Parma. Il suo primo mestiere è il garzone di fruttivendolo, l’ultimo la showgirl. Tra l’uno e l’altra ha fatto seriamente il giornalista di carta stampata e radio. Dice di essere ”uno scherzo della natura”.
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Attivo come giornalista, autore televisivo e conduttore radiofonico fin dagli anni settanta, ha raggiunto la notorietà presso il pubblico alla fine degli anni novanta quando, scoperto da Maurizio Costanzo, ha preso parte a numerose puntate del Maurizio Costanzo Show, all’interno del quale si è distinto sia perché si presentava al pubblico televisivo sempre in veste di drag queen con abiti stravaganti e parrucche color platino, sia per l’umorismo tagliente e la sfrontatezza con la quale si esprimeva durante la trasmissione. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel libro Platinette aveva parlato del sesso libero e di quel primo amore deluso che l’ha portato a ingrassare di cinquanta chili in un anno. già, perché Mauro non è sempre stato così sovrappeso e basta ‘googleare”per trovare alcune foto che mostrano una ‘Platinette’ inedita. Mauro Coruzzi era infatti un bel ‘ragazzone’ magro che sfoggiava folti baffi che all’epoca andavano di moda. Qualche anno fa Platinette aveva portato in scena ”Tutto su di me”, uno spettacolo che raccontava dell’infanzia in famiglia – con una madre troppo amata e un padre assente – e dei temi scottanti di sesso, amore, rapporti con le donne, dal lavoro all’importanza dei soldi. (Continua a leggere dopo la foto)
L’omosessualità – ”Non c’è stato un momento preciso. – aveva raccontato Mauro in un’intervista – Non mi vestivo da bambina, se è questa la domanda implicita. Non giocavo con le bambole, né mi sono mai sentito una femmina. Ero un ragazzino triste, intelligente, sgobbone. Ho capito subito che la cultura mi avrebbe garantito un futuro diverso da quello dei miei genitori, e vantaggi concreti. A 13 anni scambiavo compiti in classe con prestazioni sessuali. Sapevo che non avrei avuto altro modo per ottenerle. Io ho sempre avuto un debole per i tonti, – aveva spiegato ancora – quelli bellissimi che ti lasciano senza fiato. Alle medie c’era un ragazzino magnifico, un giocatore di baseball, ma somaro patentato”.
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