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I sintomi sono diarrea, vomito, mal di stomaco, febbre, nausea e gravi carenze al sistema cardiaco e respiratorio. Nel 2015 uno studio tedesco ha stimato quali sono i valori entro i quali la solanina può risultare pericolosa per l’essere umano, portando la soglia di rischio a 100 mg/kg di patate, con una tollerabilità pari a 0,5 mg per ogni kg di peso corporeo.
Non solo: gli studiosi hanno anche indicato alcune precauzioni che possono essere utili per evitare di immettere nell’organismo la solanina. Per prima cosa imparate a conservare nel modo giusto le patate, riponendole in un luogo fresco e asciutto, al buio. Quando dovete consumare i tuberi, soprattutto se li avete acquistati da tanto, osservateli con attenzione. Se presentano dei piccoli germogli verdi potete rimuoverli e sbucciarle, per poi usarle in cucina. Al contrario, se sono disidratate, grinzite e hanno tantissimi germogli, meglio buttarle e ed evitare di mangiarle.
Per gustare le patate in tutta sicurezza, soprattutto se ci sono dei bambini, sbucciatele sempre, e se ci sono germoglio scavate un po’ di più nel punto dove era spuntato il rametto, privilegiando sempre quelle più fresche e prive di ammaccature. Se vi piacciono bollite, buttate sempre l’acqua in cui avete cotto le patate, una volta pronte, mentre se le apprezzate fritte cambiate spesso l’olio. Infine se quando siete a tavola vi accorgete che le patate hanno un sapore amaro sarebbe meglio non continuare a mangiarle.
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