Contro la variante Omicron, vero incubo di questo inizio 2022, è più efficace la terza dose di Moderna o Pfizer? I risultati degli studi scientifici. La dose booster con Moderna non crea alcun problema. Anzi, per chi originariamente ha completato in ciclo vaccinale con Pfizer o altri, la risposta immunitaria può essere anche maggiore”. Così Guido Forni, dal 1985 al 2012 professore ordinario di Immunologia nell’Università di Torino, poi all’università di Sassari, dal 1999 membro dell’accademia nazionale dei Lincei, autore di oltre 250 pubblicazioni su giornali scientifici internazionali e curatore di vari libri scientifici e di testo per l’insegnamento dell’Immunologia.
OMICRON, BOOSTER MODERNA O PFIZER: COSA E’ MEGLIO?
Una terza dose di vaccino Moderna offre una protezione superiore 20 volte rispetto a quella fornita da due dosi, secondo uno studio dei National Institutes of Health. Fauci fa riferimento a dati compresi in uno studio di laboratorio che verrà pubblicato in preprint la prossima settimana. Due settimane dopo la seconda dose di vaccino, l’attività neutralizzante nei confronti della variante Omicron risulta “sostanzialmente bassa” mentre si evidenzia “un livello sostanziale” di miglioramento due settimana dopo la terza dose, che viene inquadrata “all’interno del raggio di neutralizzazione di Omicron”. Fauci anticipa anche dati relativi alla dose booster di Pfizer, con un incremento rilevante della risposta anticorpale: un mese dopo la terza dose, i livelli di anticorpi risultano cresciuti di 25 volte rispetto a quelli individuati 3 settimane dopo la seconda dose. “Questo – ha detto Fauci – è uno di una serie di studi”.
PFIZER – La terza dose del vaccino Pfizer alza la difesa contro la variante Omicron. Già con due dosi la protezione dovrebbe essere al 70% secondo quanto riporta uno studio, condotto su dati ‘real world’ del Sudafrica. Altri due lavori, non ancora pubblicati e quindi non sottoposti a revisione paritaria, osservano anche l’impatto della terza dose, mostrando dopo il booster un aumento della capacità di neutralizzare Omicron rispetto alla doppia dose, pur attestandosi su livelli più bassi di quelli che si hanno contro Delta. In uno di questi due studi, una ricerca israeliana disponibile sulla piattaforma ‘Medrxiv’, gli autori hanno utilizzato isolati di diverse varianti fra cui Omicron per studiare la capacità di neutralizzazione del vaccino Pfizer/BioNTech. Gli esperti dimostrano “l’importanza della terza dose”, dal momento che dopo il booster rilevano un “aumento di 100 volte dell’efficienza di neutralizzazione” verso la variante Omicron. Ma questa neutralizzazione risulta “ridotta di 4 volte” rispetto a quella che si ottiene contro Delta.
La durata dell’effetto è ancora da determinare. Gli autori osservano pure “una bassa efficienza di neutralizzazione contro Delta e il virus wild-type” dopo più di 5 mesi dalla seconda dose, “senza alcuna efficienza di neutralizzazione contro Omicron”. In linea anche i risultati del secondo studio, che arriva invece dall’Australia ed è disponibile sulla piattaforma ‘Biorxiv’. I sieri raccolti uno, 3 e 6 mesi dopo due dosi di Pfizer/BioNTech hanno mostrato anche in questo caso “una capacità limitata di neutralizzare” il virus. Tuttavia, continuano gli autori, “4 settimane dopo la terza dose, i titoli anticorpali neutralizzanti risultano potenziati. Nonostante questo aumento, i titoli di anticorpi neutralizzanti sono ridotti di 4 volte per Omicron”.
LEGGI ANCHE—> Alimenti che attivano la perdita di peso: Ecco i cibi del Super Metabolismo, se li mangi spesso dimagrisci subito
A tracciare un quadro dell’effetto scudo delle due dosi è un lavoro condotto da Discovery Health, il più grande assicuratore sanitario del Sudafrica, su 211mila casi positivi, di cui 78mila attribuiti a Omicron. L’analisi, rimbalzata sulla stampa internazionale, ha mostrato una protezione contro i ricoveri da Omicron che viene descritta dagli autori del lavoro come ancora “molto buona”. Il rischio di ospedalizzazione tra gli adulti con Covid, inoltre, è risultato del 29% inferiore rispetto all’ondata pandemica iniziale. Tuttavia, lo studio ha rilevato anche che il vaccino sembra aver fornito solo il 33% di protezione contro l’infezione, molto meno del livello ottenuto rispetto ad altre varianti nel Paese. I dati del Sudafrica, ha detto in conferenza stampa Ryan Noach, Chief executive di ‘Discovery Health’, “mostrano un aumento esponenziale sia delle nuove infezioni che dei tassi di positività ai test durante le prime 3 settimane di questa ondata”, elementi che sembrano suggerire che Omicron è “una variante altamente trasmissibile con una rapida diffusione nella comunità”. Ma, ha aggiunto Noach, “ciò che è incoraggiante in questa fase è la traiettoria più piatta dei ricoveri ospedalieri, che indica probabilmente una minore gravità di questa ondata”.
MODERNA – Due dosi di vaccino Moderna sono meno efficaci contro la variante Omicron. La protezione però aumenta in maniera rilevante con la dose booster. Luci e ombre nei primi dati e nelle news sul vaccino anti-Covid di Moderna contro la variante Omicron di Sars-CoV-2: da un lato dopo le due dosi del ciclo primario i titoli degli anticorpi neutralizzanti, pur rilevabili, sono risultati “significativamente inferiori” per Omicron rispetto al virus originario wild-type. Ma il booster ha mostrato di “aumentare significativamente” le difese. A riferirlo è l’azienda che comunica quanto emerso da “un primo sguardo dato alla valutazione del vaccino e del booster” da 50 microgrammi (dose dimezzata rispetto a quelle che si inoculano nel ciclo primario) contro il nuovo mutante.
“Dopo la serie primaria a 2 dosi del nostro vaccino – informa via Twitter – le persone avevano titoli di anticorpi neutralizzanti rilevabili contro Omicron”, ma “erano significativamente inferiori rispetto al virus wild-type”. Tuttavia, “una dose booster del vaccino mRNA-1273 al livello di dose di 50 µg ha aumentato significativamente i titoli degli anticorpi neutralizzanti anti-Omicron”, aggiunge Moderna spiegando che “questi e altri dati sono stati inviati a un server” in cui vengono pubblicati i lavori in versione prestampa (non ancora sottoposti a revisione fra pari), in modo da essere subito disponibili. L’azienda Usa definisce “incoraggianti questi dati iniziali”. E annuncia: “Stiamo lavorando attivamente sulla nostra strategia in 3 parti per affrontare la variante Omicron. Ci aspettiamo dati su un booster di 100 microgrammi”, cioè a dose piena, “e sui nostri approcci al vaccino multivalente a mRna nella prossima settimana”.
LEGGI ANCHE—> Uova nel frigo? Ecco come scoprire subito se sono ancora buone e fresche o no. Il trucco geniale
Continua a leggere Piuricette.it e iscriviti al gruppo Facebook Masterchef ricette e trucchi degli chef