Napoli, sparatoria tra i bimbi della scuola, la preside: “ci ha aiutato solo un esercito di mamme”
«Una morte annunciata, proprio davanti alla mia scuola. Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto, in questo quartiere si spara ogni giorno». Ha lo sguardo fiero di chi è abituato a combattere ogni giorno come se fosse in un’area di guerra. La camorra, a San Giovanni a Teduccio, organizza stese e agguati.
Valeria Pirone, lei è il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Vittorino da Feltre con 800 alunni. Qual è stata la sua reazione quando ha sentito e visto sparare?
«Mi sono lanciata fuori dalla scuola. Temevo per i bambini che non erano ancora entrati in classe, per le loro mamme e per il mio personale scolastico. Volevo metterli a riparo».
Non ha avuto paura?
«Non ci ho pensato. Quando mi hanno vista correre verso l’uscita, le altre mamme hanno provato a fermarmi. Forse avevano paura, ma poi mi hanno urlato: Preside, siamo con voi. Così una ventina di mamme sono uscite con me e mi hanno spalleggiato. Lo Stato mi ha lasciato sola. Eppure queste donne, a cui devo dire grazie, sono state l’esercito che mi ha affiancato per combattere la criminalità che vuole dettare legge».
Qual è stata la reazione degli suoi alunni?
«Molti piangevano, la maggior parte è abituata a scene estreme di questo tipo. Alcuni erano anche imparentati con la vittima».
Un’esecuzione davanti a tutti.
«I killer hanno agito senza alcuno scrupolo offrendo una scena da Far West che ha atterrito tutti. Una mia collaboratrice scolastica non smetteva di tremare».
Eppure negli ultimi mesi San Giovanni a Teduccio è stata teatro di manifestazioni anticamorra. Perché si continua a sparare?
«Noi ce la mettiamo tutta. Giovedì faremo un flash mob per stigmatizzare quest’ennesimo atto di violenza e di morte. Ma la presenza dello Stato qui non è tangibile. Io, che rappresento lo Stato, sono sola. Abbiamo bisogno di aiuto altrimenti a breve ci sarà il prossimo morto ammazzato».