Quella che prenderà il via il prossimo settembre, contagi da coronavirus permettendo, dovrà essere una scuola più flessibile, secondo Augusta Celada, nuovo direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia: “Servirà un piano di flessibilità del nostro fare scuola. Possiamo dire che la campanella non potrà più suonare alle 8 per tutti, si intaserebbe la città e si renderebbe impraticabile l’uso dei mezzi pubblici.
La scuola deve rinnovare la propria routine di erogazione del servizio”, ha spiegato ieri il nuovo dg parlando in videoconferenza con la stampa. Celada, che arriva dall’ufficio scolastico regionale del Veneto, dove ha ricoperto per due anni la carica apicale, si insedia al posto di Delia Campanelli che aveva lasciato l’incarico ad ottobre per il pensionamento. “Il modello “militaresco“ per cui ad una certa ora si incomincia tutti insieme va ripensato” ha aggiunto la dg, ribadendo il concetto.
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Un secondo aspetto riguarda l’affollamento: “Che le classi non possano essere più affollate come le abbiamo viste in passato credo sia una lezione che abbiamo ricevuto tutti da questa epidemia”. Per quanto riguarda le iscrizioni alle prime classi, “nessun dirigente manderà via alunni iscritti. Se ci sono realtà molto numerose le scuole dovranno mettere in campo delle forme di rotazione, distanziamento e turnazione”
Si è mostrata favorevole ai centri estivi e all’ipotesi di una “summer school” lanciata dal sindaco Beppe Sala in vista del rientro al lavoro di molti genitori: il direttore generale ha affermato che “ogni interlocuzione o tavolo di lavoro territoriale per favorire l’utilizzo delle strutture anche da parte di altri soggetti e con l’intento di agevolare le famiglie ci vedrà disponibili ad ogni accordo”.
Sulla didattica a distanza oltre ad auspicare l’esigenza di “un coordinamento per evitare il rischio del faidate”, ha chiarito che implica una modalità di insegnamento “rovesciata”: “Non abbiamo bisogno di una lezione ex cathedra dall’insegnante ma di una interazione continua con l’alunno, basata su stimolo e risposta.
La dad funziona se non affida esclusivamente alla tecnologia la rischiesta di efficacia didattica. Non ci si può ridurre a caricare i compiti sul registro elettronico”. Infine, per il nuovo dg “è necessario quanto mai lo svolgimento dei concorsi. La riduzione del personale docente è pratica non più sostenibile”.
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