Un’altra tragedia legata alla gelosia, al possesso e all’incapacità di accettare la fine di una relazione. È accaduto la mattina di lunedì 7 aprile a Marano, in provincia di Napoli. Erano da poco passate le 8:30 quando Andrea Izzo, 41 anni, ha teso un agguato mortale a Milko Gargiulo, 56 anni, nuovo compagno della sua ex moglie, davanti a una scuola frequentata da decine di bambini. Dopo aver fatto fuoco, Izzo è fuggito per poi togliersi la vita poco dopo, nella zona boscosa dei Camaldoli, con un colpo di pistola alla testa.
Chi era Andrea Izzo
Andrea Izzo era uno skipper di professione, padre di due figli avuti con la sua ex compagna, con la quale – secondo le prime indiscrezioni – conviveva ancora. In parallelo, lavorava anche nel panificio gestito dalla famiglia della donna, e questo rendeva ancora più delicata e complessa la dinamica relazionale che si era venuta a creare. Izzo era un appassionato di caccia, con regolare porto d’armi. La pistola utilizzata per l’omicidio-suicidio era legalmente detenuta. Gli investigatori stanno ora effettuando i rilievi sull’arma per confermare ufficialmente che sia la stessa usata in entrambi i delitti.
Il movente e l’ultimo messaggio
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il movente sarebbe da ricondurre alla gelosia ossessiva e al rifiuto della separazione. Izzo non accettava la relazione tra la sua ex e Milko Gargiulo, che era diventato il nuovo compagno della donna. Prima di suicidarsi, avrebbe inviato due messaggi: uno al figlio e uno alla ex moglie. A quest’ultima ha scritto poche parole, lapidarie e cariche di rancore: «Mo vattill ‘a chiagnere», che in napoletano significa “Adesso vai a piangere il tuo uomo”. Una frase che lascia intravedere tutta la rabbia e il desiderio di ferire profondamente anche emotivamente la donna, rendendola testimone – seppur indiretta – dell’omicidio.
L’agguato davanti alla scuola
Il dramma si è consumato in pochi istanti in via Barco, una traversa di via Falcone a Marano, nei pressi di una scuola frequentata da bambini davanti a mammae e docenti che stavano entrando nel plesso scolastico e che sono scappati dopo la sparatoria. Gargiulo, che risiedeva a Marano, stava probabilmente accompagnando o passando a prendere qualcuno, quando è stato raggiunto da Izzo a bordo di uno scooter T-Max.
Il 41enne avrebbe sparato più colpi da distanza ravvicinata, colpendo mortalmente la vittima, poi è fuggito verso Napoli, fino a raggiungere una zona isolata nei Camaldoli, dove ha fermato lo scooter e si è tolto la vita.
Le indagini
Le indagini sono attualmente sdoppiate, in quanto l’omicidio è avvenuto nel comune di Marano (competenza della Procura di Napoli Nord), mentre il suicidio è avvenuto sul territorio di Napoli (competenza della Procura di Napoli).
Gli inquirenti stanno ascoltando i familiari delle persone coinvolte, in particolare la ex compagna di Izzo, che si trova ora sotto shock. Al momento non risultano denunce pregresse da parte della donna nei confronti del 41enne, né episodi di violenza documentata, ma si approfondisce l’ipotesi di un escalation di controllo e gelosia sfociata in tragedia.
Una tragedia annunciata?
Il dramma solleva ancora una volta interrogativi dolorosi: come prevenire queste tragedie? È possibile riconoscere in tempo i segnali di pericolo che possono portare a un femminicidio o, come in questo caso, a un delitto passionale che colpisce indirettamente la donna attraverso la morte di un’altra persona? In questo caso, purtroppo, come in molti altri, il possesso e l’ossessione hanno prevalso sul rispetto e sull’amore, portando a un epilogo che spezza più vite, non solo quelle dei protagonisti diretti. A rimanere orfani di padre sono i due figli di Izzo, che ora dovranno affrontare l’onda lunga del dolore e dell’assenza.
La comunità sconvolta
L’intera comunità di Marano e delle zone limitrofe è sotto shock. Il delitto, avvenuto a due passi da una scuola, ha generato panico e sconcerto, soprattutto tra i genitori e gli insegnanti che hanno assistito alle prime fasi dell’intervento dei soccorsi. Le immagini delle forze dell’ordine arrivate sul posto, il corpo a terra, il sangue davanti a un edificio scolastico, sono ora impresse nella memoria dei presenti.