Lutto nel cinema italiano: E’ morto Franco Zeffirelli
Se ne va uno dei più grandi registi italiani. Franco Zeffirelli, il maestro del teatro lirico e delle trasposizioni dei capolavori shakesperiani sul grande schermo, è morto questa mattina. A dare la notizia, il quotidiano “La Nazione”. Si è spento a Roma all’età di 96 anni ed era nato a Firenze il 12 febbraio 1923. Raffinato cultore del patrimonio artistico italiano e internazionale, ha regalato al pubblico film come “Romeo e Giulietta”, del 1968, con l’indimenticabile colonna sonora di Nino Rota.
«Non avrei mai voluto che arrivasse questo giorno. Franco Zeffirelli se ne è andato questa mattina. Uno dei più grandi uomini della cultura mondiale. Ci uniamo al dolore dei suoi cari. Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai» scrive il sindaco Dario Nardella su twitter. La camera ardente sarà allestita per lunedì 17 giugno in Campidoglio, a Roma. A Firenze, nella chiesa di San Miniato al Monte, invece, si svolgerà la cerimonia funebre. Zeffirelli sarà sepolto nella cappella di famiglia.
Con la sua eleganza, è stato capace di unire linguaggi artistici differenti, da quello operistico a quello cinematografico. Erede di quella generazione fortunata di registi neorealisti, aveva cominciato proprio con Luchino Visconti. L’autore del film “Il Gattopardo” lo aveva voluto come aiuto sul set de “La Terra trema” e di “Senso” e si era innamorato di lui. Il loro fu un rapporto intimo e formativo, quasi «rinascimentale». Del suo mentore amava tutto, persino le debolezze. «Io sono omosessuale, una scelta matura e difficile che va sostenuta con una dose di maturità superiore a quella richiesta agli eterosessuali», diceva parlando della sua vita privata. Unico italiano a fregiarsi del titolo di “Sir”, concessogli dalla regina Elisabetta, era noto anche per il suo temperamento sprezzante, che non gli risparmiò provocazioni e malumori. Tra i pochi intellettuali di destra del secondo dopoguerra, era finito al centro di qualche polemica, per la sua elezione a senatore nelle fila di “Forza Italia”, e il rapporto burrascoso con la critica.
L’ultimo maestro dei melodrammi non aveva avuto un’infanzia facile. Nato fuori dal matrimonio, non è mai stato riconosciuto dal padre ed è rimasto orfano della madre prematuramente. È cresciuto in convento e tra i suoi istitutori figura Giorgio La Pira. «Biondo, bello e di gentile aspetto» scriveva di se stesso. Ottimo biglietto da visita per un uomo che sarebbe diventato amico di Coco Chanel e dei Beatles. Senza dimenticare la venerata Maria Callas, probabilmente l’unica donna a cui ha concesso il suo amore totale. Talento visivo, si è visto subito votato alle grandi opere in costume, che gli sono valse la fama in tutto il mondo.
Zeffirelli ha adattato per il cinema molti drammi di Shakespeare. Tra i film, oltre al già citato “Romeo e Giulietta”, anche “La Bisbetica domata”, pellicola con Liz Taylor e Richard Burton (1967). Il suo nome è legato anche al più famoso dei film sulla storia di Cristo: il kolossal per la televisione “Gesù di Nazareth” (1977). Nell’ultima parte della sua vita, sebbene fosse sofferente nel corpo, non ha mai rinunciato alle messe in scena all’Arena di Verona. Il suo ultimo lavoro è la regia di una nuova “Traviata” che aprirà la stagione lirica il prossimo 21 giugno.
Candidato due volte agli Oscar, ha vinto cinque David di Donatello, ha calcato i palcoscenici più importanti, conosciuto i personaggi che hanno fatto la storia dell’ultimo secolo.
«Ho paura di morire. Sono credente e prego molto, ma quando in giardino mi guardo intorno, dico ai miei figli: pensate, prima o poi non potrò più godere di questa meraviglia, non vedrò più questa bellezza», ha dichiarato al “Corriere della Sera” lo scorso aprile, quando – sull’ormai inseparabile sedia a rotelle – ha ricevuto il Premio alla carriera in Senato. Tutta la bellezza era fonte di ispirazione e non ha fatto altro che riconoscerla, ammirarla e diffonderla.