Lorenzo Fioramonti, nuovo capo del Miur: “Tasse su merendine e bevande per aumentare stipendio ai docenti”
Lorenzo Fioramonti è il nuovo ministro dell’istruzione del governo Conte Bis, quello composto da una maggioranza del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Cerchiamo di scoprire di più di questo nuovo rappresentante dell’esecutivo del Belpaese che nessuno si aspettava ( in pole infatti ci sarebbe stato fino all’ultimo minuto Moccia).
Classe 1977, è un professore di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sudafrica, iscritto presso il partito pentastellato. Il suo nome riecheggiò nelle sale del palazzo già subito dopo le elezioni del marzo 2018, durante il primo governo Conte, per poi essere “soppiantato” da Bussetti di cui divenne il viceministro.
Ha lasciato l’Italia all’età di 35 anni, per trasferirsi appunto nell’estremo sud del Continente nero: “Mi fu spiegato – raccontò nel 2016 in un’intervista a Il Fatto Quotidiano lo stesso neo ministro dell’istruzione – che nel mondo accademico italiano esistono delle regole non scritte ma che tutti conoscono. La prima è che bisogna aspettare il ‘proprio’ concorso’. Ovvero, salvo eccezioni, i concorsi sono banditi per qualcuno in particolare. La seconda, è che non ci si presenta a un concorso a meno che non si sia stati invitati a farlo”.
LORENZO FIORAMONTI MINISTRO ISTRUZIONE, CHI È
Subito dopo l’assegnazione della cattedra, Fioramonti ha fondato il Centro per lo studio dell’innovazione nella governance, collaborazione scientifica fra Sud Africa e Francia, per poi pubblicare dieci libri. L’ingresso nella politica di Fioramonti è cosa molto recente, visto che l’unione con il Movimento 5 Stelle è giunta due anni fa, nel 2017:
ad aprile di quell’anno, come raccontato da Huffington Post, il deputato del M5s Giorgo Soral organizzò un convegno sullo sviluppo economico e il benessere sociale, con ospite d’eccezione proprio Fioramonti: le sue idee conquistarono i grillini che gli chiesero quindi di affiliarsi a loro. Negli scorsi il giorni il neo-ministro della pubblica istruzione ha già fatto capire come deve essere riformata la scuola, a cominciare dalla necessità di innestare il sistema di due miliardi di euro, più un altro miliardo esclusivo per l’università.
“I SOLDI PER LA SCUOLA DALLE MICROTASSE”
“Dobbiamo dare un orizzonte – ha raccontato a il Corriere della Sera in una recente intervista – a scienziati e ricercatori che a 45 anni sono ancora supplenti e a quegli insegnanti che non riescono ad entrare nella scuola. I fondi si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica”. Ma come trovare questi soldi?
Il ministro ha già un’idea: “Servono micro tasse di scopo: una tassa sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono attività o dannose per la salute, le prime due o inquinanti. Con i soldi che lo stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola. Abbiamo calcolato che solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi”.
Secondo Fioramonti un altro problema da risolvere è quello delle classi “pollaio”, ovvero, troppo numerose, ed inoltre, lo stesso sembrerebbe strizzare l’occhio a Matteo Salvini sul tema dell’educazione civica: “Spero che la sperimentazione dell’educazione civica funzioni – ammette – e che riusciremo a dare la giusta importanza alle accademie e ai conservatori”.