Lady Diana, la scoperta choc: “La volevano morta perché aveva accettato la parte da protagonista nel sequel di questo famoso film”
LONDRA. Lady Diana era in trattative per recitare nel sequel del film “The Bodyguard” prima di morire nello schianto con l’amante Dodi Al Fayed in un tunnel di Parigi, il 31 agosto 1997. A rivelare i particolari della vicenda è l’attore americano Kevin Costner, che al sito People ha raccontato come la principessa del Galles fosse in trattative piuttosto avanzate con la produzione del seguito della pellicola di gran successo del 1992, con protagonisti lo stesso Costner e la cantante Whitney Houston: “Ci piaceva l’idea che Diana ricoprisse lo stesso ruolo di Whitney nel seguito”, ha dichiarato Costner al sito statunitense.
L’idea non era così surreale, tanto che la stessa Diana avrebbe chiesto alla produzione se erano previste scene di “baci o molto intime”, visto il ruolo istituzionale e pubblico che aveva nella famiglia reale. “In ogni caso, faremo sì che non diventi un problema”, avrebbe confidato a Costner la principessa, le cui trattative per il suo debutto da attrice erano portate avanti da Sarah Ferguson, ex cognata di Diana nonché ex moglie del principe Andrea (il fratello del principe del Galles Carlo), che avrebbe “sostenuto la sua candidatura sin dall’inizio”.
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Atroce destino, Costner ricevette sulla sua scrivania una bozza del copione del sequel (che, almeno sinora, non ha mai visto la luce) proprio la sera prima della morte di Diana, a 36 anni. “Era un po’ nervosa perché la sua vita era molto controllata”, ha aggiunto Costner, che nel film avrebbe dovuto proteggere (e poi amare) Diana che, tra l’altro, avrebbe dovuto interpretare una protagonista assediata da stalker e paparazzi, proprio come nella vita reale e in quella maledetta notte di Parigi. L’atroce destino di Lady D, anche in questo caso.
Dopo queste dichiarazioni, le teorie complottistiche che vedono la famiglia reale invischiata nella morte della consorte di Carlo, si sono ancor di più rafforzate. Secondo molti sarebbe stato uno scandolo troppo grande che la madre del futuro re recitasse in un film con scene d’amore o addirittura di nudo, anche trattandosi di controfigure. Sembra strano infatti, che proprio quando era tutto pronto Diana sia morta.
Ecco chi guidava la Uno bianca
All’epoca era un’autista di Taxi, ora invece fa il culturista e il suo nome è Le Van Thanh. In questi 22 anni che ci separano dall’incidente sotto il Tunnel dell’Alma, di lui si è parlato in relazione alla vettura su cui viaggiava: una Uno bianca che speronò la Mercedes prima del fatale incidente. Con tutta probabilità l’automobile dell’uomo si trovava nella corsia sbagliata, resta da chiarire per quale motivo si trovasse lì.
Le dichiarazioni di Le Van Thanh
A riportare a galla il mistero della morte di Lady D sono stati il giornalista Dylan Howard e l’ex poliziotto Colin McLaren. I due avrebbero intervistato l’ex tassista in occasione dell’uscita del libro “Diana: case solved”. L’uomo ha ammesso di aver mentito dal 31 agosto del 1997 sino ad oggi e di trovarsi alla guida dell’auto. L’ex tassista sostiene inoltre che a convincerlo a non presentarsi alla convocazione a Londra fu la Polizia Francese: “Mi dissero: là hanno leggi diverse, non andare”. Ora però, l’ex tassista sarebbe disposto ad incontrare Scotland Yard: “So che vogliono ancora parlarmi, so che torneranno. Me lo hanno detto”.
Le Van Thanh chiarisce inoltre un particolare sul quale gli inquirenti si soffermarono. Il padre allora affermò di aver subito ridipinto l’auto del figlio da bianca in bianca e rossa, l’atteggiamento fu considerato sospetto. A tali accuse il culturista risponde solo ora: “La polizia francese sa il perché. Quando uno non ha soldi e danneggia una vecchia auto, cosa può fare”. Toccato dalle numerose dichiarazioni di Le Van Thanh l’ex portavoce di Mohamed Al-Fayed, Michael Cole: “Queste nuove informazioni dovrebbero essere trasmesse subito alle autorità francesi e britanniche-ha spiegato l’uomo- altrimenti saranno insabbiate“.