La preside lascia la scuola, la lettera choc: «Venite in minigonna e calze a rete e vi lamentate delle bimbe bullizzate?”
Una lunga lettera di congedo dalla scuola che aveva diretto per anni, ma con alcuni clamorosi scivoloni di stile: una dirigente scolastica ha causato sconcerto tra i genitori dopo le sue parole al vetriolo nei confronti di alcuni genitori e alcune mamme. Dimostrando di non aver digerito critiche e appunti rivolti nei suoi confronti negli anni al vertice dell’istituto.
Nella lettera, che Leggo ha potuto visionare, la ormai ex dirigente mostra un forte risentimento nei confronti dei genitori dei ragazzi che – per legge degli anni ’70 – entrano nella gestione quotidiana della scuola. «Quello a cui assistiamo è una grande confusione di ruoli, e incertezze da cui discendono inutili conflittualità – scrive – Quello che la normativa non può analiticamente prevedere, e raramente assurge a situazioni tanto eclatanti da dar luogo a una specifica giurisprudenza (docenti malmenati, genitori sindacalisti dei propri figli fino alla violenza fisica) resta confinato nel magmatico territorio del buonsenso».
Qualche riga dopo, gli attacchi ad alcuni dei genitori: «I simpatici promotori di chat di classe, che appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro con turpiloquio e minacce, perché si lamentano quando poi tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo?». Ma la frecciatina più pesante arriva subito dopo: «Le signore agée che divorate dal loro demonio meridiano, e non avendo mai trovato miglior palcoscenico, esordiscono cercando visibilità in minigonna e calze a rete perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe?».
LE REAZIONI DEI GENITORI Tra i genitori le reazioni sono diverse: c’è chi si chiede il motivo di queste parole della preside, chi si indigna per quello che si può interpretare come un ‘avallo’ al bullismo. Sul gruppo Facebook della scuola, alcuni genitori si confrontano: «Che la preside si esprima sulle questioni relazionali quando è stata sempre la prima a non saperle gestire, mi sembra piuttosto triste», scrive una mamma. «Una lettera davvero spiacevole che potrebbe lasciare strascichi di nervosismo pur non essendoci più lei», scrive un’altra.
Ma in generale da parte delle famiglie, l’atteggiamento è quello di chi dopo tanto tempo (si parla di anni) di rapporto conflittuale con la dirigente, non ha intenzione di continuare le polemiche e vuole solo girare pagina. «Ciò che è stato (a prescindere dalle posizioni prese e dalle esperienze personali) è un capitolo chiuso, se ne apre un altro che merita tutta la fiducia possibile», commenta un’altra mamma. «Sono d’accordo, è ora di cambiare pagina», le risponde un’altra. «Ma perché va commentata? – un altro commento – Io sorvolerei come lei ha sorvolato su di noi. Meglio guardare oltre».
IL FINALE Nella parte finale della lettera, la preside parla anche di quei genitori con cui ha avuto un rapporto migliore: «Alcune mamme, carissime tra le care, mi hanno augurato di trovare in futuro un ambiente meno ostile». Ma il suo atteggiamento è combattivo più che mai: «A loro vorrei rispondere con una vecchia frase: molti nemici, molto onore. Perché un dirigente troppo amato da tutti è spesso qualcuno che ha lasciato riposare quei tutti nelle loro comodità e cattive abitudini».
Infine, l’elenco dei ‘regali’ ricevuti negli anni, frutto di litigi e incomprensioni: «Vi testimonio con orgoglio quali doni ho ricevuto i questi cinque anni: decine di lettere minatorie, il taglio di tre copertoni, e una capillare attività diffamatoria. Evidentemente ho ‘scomodato’ parecchi, e non dovevano essere certo i migliori». Tanto, tantissimo veleno da tutte le parti, che spesso e volentieri colpisce e danneggia soprattutto gli studenti: a scuola, a prescindere da chi sia dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto, ci si augura che questo capitolo sia finito davvero e che non si vada più oltre.