Sono anni che non vediamo più Jerry Carà al cinema o in televisione. Sembra assurdo che un attore con una carriera così vasta alle spalle scompaia nel nulla. A quanto pare, la colpa sarebbe delle produzioni italiane, che non danno il meritato rispetto agli artisti che hanno fatto la storia. A parlarne in un intervento su Radio 2 è stato lui stesso. Ha ammesso di provare malinconia nei riguardi del mondo della televisione, fatto di luci e di fama. Ma il suo nome non viene più richiesto, scatenando la sua delusione e disapprovazione. Vediamo nel dettaglio cosa ha detto.
“Mi piacerebbe fare più cinema. Viviamo in un’Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciale. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto”. Delle parole molto dure nei confronti di chi lavora dietro le quinte del mondo del cinema. Jerry Calà pensa di essere visto come un vecchietto vicino alla tomba, non in grado di affrontare le riprese per un nuovo film. Lui, dal suo canto, si sente ancora un grande attore e vorrebbe dimostrarlo.
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Negli ultimi anni né il mondo della televisione né quello del cinema gli hanno reso merito. Lo abbiamo visto solo un po’ di tempo fa, ospite di Mara Venier a Domenica In per una intervista. Con la zia d’Italia c’è anche un passato amoroso, che ricorda i tempi in cui l’attore era giovane e nel pieno del suo successo. Jerry Calà, pseudonimo di Calogero Alessandro Augusto Calà (Catania, 28 giugno 1951), è un attore, regista, comico, cabarettista, sceneggiatore e cantante italiano. Componente del gruppo cabarettistico I Gatti di Vicolo Miracoli agli albori della sua carriera, insieme a Umberto Smaila, Nini Salerno, Gianandrea Gazzola, Spray Mallaby e Franco Oppini.
Jerry Calà contro i produttori italiani: “Per loro puzzo di morto”
Jerry Calà ha raggiunto la popolarità negli anni ottanta interpretando commedie di successo e divenendo uno dei volti più noti della commedia italiana dell’epoca. Ha interpretato anche ruoli drammatici in film di Gian Luigi Polidoro (Sottozero), Pupi Avati (l’episodio d’apertura di Sposi) e Marco Ferreri, vincendo sotto la regia di quest’ultimo il Premio del Gotha della Critica italiana come miglior attore al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1993, per la sua interpretazione in Diario di un vizio. In merito a quel particolare premio, conserva un bellissimo ricordo.
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“Una delle mie più grandi soddisfazioni l’ho avuta in Germania, durante la presentazione del film Diario di un vizio al Festival del cinema di Berlino, quando un uomo mi ferma dicendomi: ‘dev’essere motivo di grande orgoglio aver fatto un film come questo, in più un giorno potrà raccontare a suo figlio di aver vinto questo prestigioso premio’, poi si toglie il cappello e mi stringe la mano, ‘Piacere, Wim Wenders’. Quando mio figlio avrà l’età per sapere chi è Wim Wenders glielo racconterò”. Ma adesso, sembra sia proprio Jerry Calà a non avere più l’età. Il tempo passa anche per le grandi star.
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