“Il primo bacio con mio padre a 9 anni. Poi incinta di mio fratello a 15” Il racconto choc di Anna
Le statistiche parlano chiaro: una buona parte degli abusi avvengono tra le mura domestiche. E ad aggravare il fenomeno è il rapporto tra vittima e carnefice. Solitamente la vittima è donna, spesso anche bambina, e il carnefice è un membro della sua famiglia, padri inclusi. Il fatto di oggi ha tratti ancora più drammatici perché vede la complicità del resto della famiglia. Non solo il padre-orco, ma anche la mamma e il fratello della vittima hanno avuto un ruolo nei ripetuti reati.
Anna Paula, giovane donna che oggi vive in Italia, è ancora adolescente ma ha dovuto sopravvivere a un inferno. Per sette anni è stata costretta a abusi e torture nella sua stessa casa, nella provincia argentina di San Juan, raccontato dal portale web SanJuan8. “Sembravamo una famiglia normale, ma loro in realtà erano psicopatici”, ha dichiarato la ragazza.
E lo ha detto durante il processo. Perché a un certo punto non ce l’ha fatta più, capiva che la sua vita stava sprofondando sempre di più a causa della follia di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi cari. E li ha denunciati, giustamente, con l’aiuto di una associazione che difende le donne. Ha trovato coraggio. Al processo viene fuori tutto, tutto lo squallore commesso ai danni di una bambina prima e adolescente poi.
“Approfittavano di ogni situazione in cui io ero sola, con uno di loro”. Un dettaglio spaventoso, che rende chiara la vita normale negata a questa ragazza: “Il mio primo bacio è stato con mio padre”. Allora aveva nove anni e il padre la obbligava a praticargli rapporti orali. Poi quando di anni ne aveva dodici è stato il fratello maggiore ad abusare completamente di lei. Tre anni dopo era incinta di lui.
Ma in tutto questo orrore c’è spazio anche per quello commesso dalla madre. Che madre non è stata nei suoi confronti. Anna Paula ha raccontato ai giudici di essere stata costretta a prendere medicinali per procurare un aborto.
Dopo, fu la stessa donna a farle mettere una spirale per evitare successivi rischi di gravidanza. E, come se non bastasse, era lei spesso a incitare marito e figlio ad approfittare della ragazza. Ora i tre sono alla sbarra e come al solito affermano “che non è vero nulla”. Che si è inventata tutto per vendetta contro un regalo negato. Ma non la passeranno liscia. La richiesta del pm è di 22 anni di reclusione per il padre, 20 per il fratello, 12 per la madre.