Gianni Morandi choc: Ha perso sua figlia da piccola. Il dramma mai svelato. Ecco cosa è successo
Ferita al braccio e voglia di confrontarsi con Caterina Balivo, Laura Efrikian è tornata a discutere in diretta del proprio rapporto con Gianni Morandi. Ospitata da Vieni da Me, l’attrice ha rievocato assieme alla conduttrice la sua lunghissima storia con il musicista emiliano, iniziata oltre quarant’anni fa e passata attraverso tragedie e sconvolgimenti personali.
Nonostante ciò, l’ex moglie di Morandi non ha che buoni ricordi della loro storia. “Fu un colpo di fulmine, con riserva“, ricorda. “Era pieno di vitalità. Mi colpì subito“. La loro storia d’amore iniziò grazie ai set cinematografici di cui la Efrikan era coprotagonista insieme al cantante italiano vincitore di Castrocaro, così raccomnta il loro incontro e il loro dramma che, probabilmente, li ha portati alla fine al divorzio.
Il primo incontro, i musicarelli e il dramma dell’aborto: Laura Efrikian ricorda la storica relazione con Gianni Morandi
Il rapporto tra Laura Efrikian e Gianni Morandi passò attraverso l’avventura nei musicarelli, i celebri film a tema musicale girati in Italia negli anni ’60. “Accettai di lavorare dapprima con Bobby Solo per soldi“, rievoca lei. “Ma non mi aspettavo di innamorarmi di uno che sarebbe diventato un number one come Gianni. Fummo innamoratissimi per un periodo. Come capita alle coppie giovani presto finì, ma è stata una bellissima storia, e una bellissima fase della mia vita“.
Il rapporto con Gianni Morandi rimane però legato ad una tragedia personale, quasi sempre nascosta e mai affrontata: la perdita della figlia. “Lui era appena esploso“, ricorda Efrikian. “A vent’anni non pensi che una gravidanza possa andare male. Partorii prematura, a otto mesi. Ho i ricordi a pezzi: la neve, la corsa in clinica, la sala operatoria, il ritorno in camera.
Poi la voce di mio padre, che commentava come qualcuno avrebbe dovuto darmi la brutta notizia“. Nonostante tutto, la giovane coppia riuscì a superare il trauma, e da allora il trauma dell’aborto è rimasta solamente un ricordo lasciato alle spalle. “Gianni fu molto bravo ad affidarsi alle persone giuste“, conclude, “eravamo due ragazzi troppo giovani per affrontare una tragedia simile“.
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