Giallo Pamela, rivelazioni choc, parla il suo psichiatra: “Era grave, ecco che aveva”
Pamela Mastropietro «venne da noi con una diagnosi borderline grave e dipendenza da sostanze stupefacenti. È arrivata con una situazione clinica molto complessa». Lo ha affermato Giovanni Di Giovanni, psichiatra e consulente per la comunità Pars di Corridonia, dalla quale si allontanò Pamela Mastropietro, ascoltato nel corso dell’udienza in corso davanti alla Corte di Assise di Macerata che vede imputato Innocent Oseghale per la morte della 18enne romana, poi uccisa e fatta a pezzi a Macerata.
Lo psichiatra ha raccontato che intorno «al 7 dicembre 2017 Pamela iniziò ad avere delle note depressive» tanto che gli fu somministrato un altro farmaco. Si iniziò un «progetto, si fece in modo che la ragazza riprendesse gli studi, un programma terapeutico finalizzato ad obiettivi con un significato emozionale. Il problema iniziò a sorgere verso il 26 dicembre quando è stato riferito», ha continuato il consulente della comunità, che la ragazza «si induceva vomito e si era fatta delle autolesioni».
L’udienza di oggi. Nuova udienza, davanti alla Corte di assise di Macerata, del processo che vede imputato Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. Dopo l’udienza della scorsa settimana, nella quale furono ascoltati il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, supertestimone dell’accusa, e tre ex compagni di cella dell’imputato, oggi sarà la volta di altri testi. Saranno sentiti, tra gli altri, alcuni agenti della polizia penitenziaria, un tassista che diede un passaggio a Pamela, ma anche la compagna di Oseghale.