Il 13 agosto 2007, a Garlasco, venne uccisa la 26enne Chiara Poggi . Dopo anni di processi, l’ex fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere , ma non è mai emersa quella che gli investigatori hanno definito “ la prova regina ”, ovvero un elemento che dimostrasse in modo inequivocabile la colpevolezza dell’imputato. Oggi, quasi 18 anni dopo , le indagini si riaprono su una possibile nuova pista, con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio , amico del fratello della vittima, già coinvolto nel 2017 e poi archiviato.
La telefonata dimenticata: «Andrea, aiutami»
Un elemento che oggi assume nuova importanza è un verbale del 25 agosto 2007 , in cui un testimone racconta di aver ricevuto una telefonata anonima nel pomeriggio del delitto. Una voce femminile disperata , che dice: «È morta… aveva solo 25 anni, era a casa da sola» e subito dopo aggiunge: «Andrea, aiutami». Il testimone, che non si chiamava Andrea, rispose confuso e poi ricevette altri messaggi dalla ragazza, che si scusò per l’errore. Il collegamento con Andrea Sempio , all’epoca mai considerato, oggi riaccende l’interesse degli inquirenti, vista la coincidenza del nome e il contesto.
Le strane telefonate di Sempio
Sempio fu sentito nel 2008 per aver effettuato tre brevi chiamate alla casa dei Poggi nei giorni successivi alla partenza del fratello di Chiara, Marco, per le vacanze. Il ragazzo giustificò le chiamate dicendo di aver confuso i numeri salvati nella rubrica. Tuttavia, nessuno all’epoca lo collegò alla misteriosa telefonata pomeridiana.
Il Dna ei nuovi accertamenti
Uno dei limiti delle indagini passate è stato l’ assenza di una traccia biologica certa dell’assassino. Le analisi sui reperti biologici raccolti (inclusi i frammenti di Dna trovati sotto le unghie di Chiara) non hanno mai prodotto risultati conclusivi. Oggi, grazie all’evoluzione delle tecniche forensi, i campioni conservati potrebbero essere ri-analizzati , in particolare quelli legati a sudore o tracce miste al sangue , che potrebbero provenire dall’aggressore. La Procura di Pavia ha richiesto un incidente probatorio , che consentisse una nuova comparazione tra il Dna di Andrea Sempio ei reperti mai completamente sfruttati all’epoca.
La svolta possibile
Il caso Garlasco è stato segnato da processi lunghissimi, polemiche mediatiche, perizie contrastanti e dubbi mai chiariti . Il Dna potrebbe oggi rappresentare l’unica via per arrivare a una verità piena . Se i reperti biologici si rivelassero integri e analizzabili , potrebbero essere vicini a una svolta decisiva , capace di chiarire una volta per tutti chi ha ucciso Chiara Poggi