Figlio con il 14enne, Salvo Amato: “Basta diffamare i docenti”. Bussetti risponde così
La vicenda della donna che ha avuto un figlio con uno studente 14enne, ha indignato gli insegnanti, che hanno chiesto più volte che la categoria non fosse coinvolta in quanto la signora non è una professoressa bensì una operatrice socio sanitaria.
In particolare si è levata la voce del gruppo Professione Insegnante tramite il docente e amministratore Salvo Amato che ha espresso tale sdegno rivolgendosi direttamente ai politici in tal modo:
“Al Ministro Bussetti
Ai Presidenti delle commissioni Istruzione di Camera e Senato,
on.li Pittoni e Gallo.
Chiediamo di prendere provvedimenti circa la grave vicenda di pedofilia che è stata volutamente strumentalizza e di conseguenza crea danno all’immagine della Scuola Pubblica Italiana e dei docenti.
Noi insegnanti riteniamo sia lesivo per la nostra immagine il fatto che una vicenda grave di per sé venga utilizzata dai giornali e dalla TV di Stato, con titoli ed immagini ad effetto, che collocano gli eventi in una scuola e che fanno sembrare siano una docente e un giovanissimo discente i personaggi coinvolti.
Prova ne è il fatto che, nel dettaglio degli articoli, si viene a conoscenza della vera identità della donna in questione e che si trattava di lezioni private. Tutto ciò dimostra la volontà chiara di gettare discredito su tutta l’istituzione scolastica attraverso la strumentalizzazione della vicenda.
Professione Insegnante”
E pare che l’appello sia stato già colto dai vertici. Il ministro Bussetti, infatti è intervenuto sulla vicenda proprio stamani.
Con un messaggio su Facebook il Ministro ha affermato: “La donna protagonista del triste caso di cronaca che si è verificato a Prato non è una “prof”. È emerso con chiarezza, infatti, che si tratta di un’operatrice socio sanitaria che dava ripetizioni di pomeriggio”.
Gli esiti della vicenda che la vede coinvolta saranno decisi nelle sedi opportune. Intanto sarebbe giusto e rispettoso per la categoria degli insegnanti smettere di usare la parola “prof” negli articoli dedicati a questa storia che con la scuola non ha nulla a che vedere.