Docenti, il blitz dentro i vostri conti correnti: chi viene colpito
di più e quanto si prendono
La stangata fiscale da oltre quattro miliardi su banche e assicurazioni prevista dalla legge di bilancio, ha fatto fare ad Antonio Patuelli, presidente dell’ Abi, la figura dell’ indovino.
Patuelli aveva detto: «Aumentare la pressione fiscale sulle banche» non punirà solo il settore «ma indebolirà o rallenterà la ripresa e inciderà su tutta la catena produttiva, il risparmio e il modello di business» delle banche che attualmente sono impegnate nel sostegno alle Pmi. In poche parole, saranno soprattutto i clienti degli istituti a pagare il conto. E in particolar modo i dipendenti statali, obbligati a ricevere lo stipendio su conti correnti.
Vediamo com’ è andata a finire. SosTariffe.it, il sito specializzato nella comparazione dei prezzi dei servizi, ha preso la calcolatrice e ha notato che negli ultimi sei mesi i costi di gestione dei conti correnti delle principali banche italiane sono lievitati. E a pagare di più sono le famiglie e i dipendenti statali.
Doppia fregatura – La fregatura nella fregatura sta nel fatto che gli aumenti più consistenti sono stati registrati nelle banche online, in genere scelte perché oltre a dare l’ impressione di essere meglio organizzate e al passo con i tempi, offrono, o meglio, offrivano, costi di gestione prossimi allo zero. SosTariffe sottolinea infatti come l’ incremento più rilevante riguarda il costo annuale di un conto in una banca online (+38,3%). Più lievi i rincari invece per chi sceglie di accantonare i propri risparmi in un istituto di credito tradizionale.
Nonostante questo «il conto online resta comunque la soluzione più conveniente di deposito bancario: in un anno costa in media 45 euro a fronte di 100 euro di spesa con un conto corrente classico», si legge in una nota della società.
L’ indagine dell’ osservatorio di SosTariffe ha preso in esame tutti i costi previsti dai conti correnti delle 17 principali banche online e ha utilizzato tre diversi profili tipo: il single, la coppia e la famiglia.
Sul web e allo sportello – «Se si considerano i soli i conti attivati in banche online, ovvero in istituti di credito con nessuna o poche filiali sul territorio, emergono notevoli rincari nei prezzi medi (+38,34% da settembre a gennaio), con una spesa di tenuta conto che è lievitata dai 32,75 euro annui necessari a settembre ai 45,26 euro richiesti ora dalle banche telematiche. I forti incrementi hanno riguardato soprattutto i nuclei familiari (+41,71%). A settembre 2018 una famiglia riusciva a cavarsela con 39,12 euro l’ anno per gestire un conto, a gennaio 2019 ha bisogno di spenderne invece 55,44 euro». Anche le coppie piangono: +40,91%. A spingere i rincari sono i costi per gli assegni, triplicati, e quelli per le carte di debito e dei bonifici, raddoppiati.
Paradossalmente i costi per i prelievi e i bonifici effettuati allo sportello ora costano meno di sei mesi fa, così come altre operazioni di base. Ma a compensare questi ritocchi ci pensa il canone annuo che per le banche fisiche è aumentato del 32,98%, passando da una media di 28,80 euro di settembre ai 38,30 attuali. D’ altra parte se si possiede un conto corrente vuol dire che i soldi ci sono. «Basta privilegi!».