Per i docenti e il personale scolastico in generale, il vaccino scelto dal Ministero della Salute è quello AstraZeneca che, a quanto pare, avrebbe un’efficacia minore rispetto a Pzifer e Moderna, previsto per altre categorie. Non solo: la circolare del Ministero della Salute, pubblicata il 10 febbraio, riporta la raccomandazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) “la seconda dose del vaccino AstraZeneca dovrebbe essere somministrata idealmente nel corso della 12/a settimana (da 78 a 84 giorni) e comunque ad una distanza di almeno 10 settimane (63 giorni) dalla prima dose”.
Insomma docenti e personale scolastico figli di un Dio minore? Vediamo i dati reali. Ultimamente alcuni dottori hanno rifiutato il vaccino AstraZeneca. In una nota ufficiale, annunciata all’ANSA, il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Maggi, afferma che “Ci risulta che parecchi liberi professionisti under55 abbiano comunicato alle ASL che non si vaccineranno con Astra-Zeneca, perché ritengono che non sia confacente al loro rischio professionale. Pur condividendo che, rispetto a questa categoria sia di maggior copertura la cura-Pfizer, abbiamo fatto in modo tale che i dottori venissero censiti per essere vaccinati. Finora risultano raccolte 13mila adesioni e trasmetteremo i dati alla Regione-Lazio”.
Vaccino AstraZeneca, copre il 62% per il Covid e solo il 10% per la variante Sudafricana
In effetti, la copertura del suddetto vaccino è all’incirca del 62% (ovvero sia su 10 persone vaccinate solo 6 risultano perfettamente coperte), mentre altre marche come Pfizer e Moderna superano il 90%: l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) raccomanda la somministrazione dell’Astra/Zeneca solamente per persone tra i 18 e 55 anni, poiché non sussistono studi approfonditi sulle altre fasce d’età. Ma non è tutto. Infatti questo vaccino sarebbe totalmente inefficace per alcune varianti che già circolano in Italia. Vediamo cosa riporta l’ANSA:
“I vaccini Oxford/AstraZeneca sono efficaci solo al 10% sui casi di contagio lieve o moderato relativi alla sola variante sudafricana del Covid. Lo si evince da studi preliminari, in attesa di validazione, condotti nello stesso Sudafrica e anticipati da media e ricercatori britannici prima della valutazione prevista in giornata da parte dell’Oms. Mancano invece i dati sull’impatto del vaccino nei casi di contagio grave con la variante sudafricana, rispetto ai quali la potenziale efficacia ridotta non è dunque al momento segnalata.
In base agli ultimi dati governativi, sono al momento 147 i casi di variante sudafricana del Covid individuati finora in Italia. L’agenzia britannica Pa cita peraltro un ulteriore studio, di provenienza americana, stando al quale un altro vaccino, quello Pfizer/BioNTech, approvato pure nel Regno al pari di AstraZeneca/Oxford e di Moderna, risulterebbe invece efficace anche contro la mutazione del virus identificata per prima in Sudafrica (variante N501Y e E484K). Lo studio in questione, elaborato a Galveston dalla University of Texas, si limita del resto a una verifica condotta su 20 destinatari delle vaccinazioni Pfizer”. Seguici su Google News.
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