Delitto di Cogne, non è ancora finita per Annamaria: “Voleva incastrare alcuni di noi”. La città si indigna
Annamaria Franzoni oggi, delitto di Cogne: “Voleva incastrare gente di qui, non perdoniamo” | Ultime notizie
novembre 2018 Annamaria Franzoni ha soggiornato con la famiglia per un certo periodo di tempo nella tristemente nota villetta in frazione Montroz di Cogne, in cui venne ucciso il piccolo Samuele Lorenzi in un giorno d’inverno di 17 anni fa.
Lo scrive l’Ansa. Annamaria Franzoni è libera: ha terminato di scontare la pena a 16 anni per l’omicidio del figlio. In quei giorni di novembre era già da alcune settimane in libertà. La villetta dove si consumò il tragico omicidio del piccolo Samuele è stata dissequestrata nel 2013, e risulta ancora intestata ad Annamaria e al marito, Stefano Lorenzi. Lui nel corso degli anni ci è tornato diverse volte, specie in estate, con i figli.
Il giudice: “Le faccio gli auguri per il futuro”
“Sono contento anche oggi della decisione che prendemmo all’epoca, per quanto fu una decisione sofferta e impopolare”. Lo dice Francesco Maisto, il giudice, ora in pensione, che era presidente del tribunale di Sorveglianza di Bologna quando venne disposto prima il lavoro esterno e poi la detenzione domiciliare speciale, concessa nel 2014, a Annamaria Franzoni. “Faccio gli auguri a lei per il futuro e anche alla sua famigliola ricostruita”, dice ora il magistrato, raggiunto al telefono dall’ANSA.
La decisione non fu affatto semplice perché prima di assumerla “si dispose un’integrazione della perizia psichiatrica, dopo che nell’arco dei processi ce n’erano state altre e tutte discordanti tra loro”. E poi, “decidemmo dopo aver dato a Franzoni una sorta di aut aut, dicendole di dire la verità. E lei superò questa prova di resistenza, continuò a proclamare la sua innocenza. Ma per ottenere le misure alternative – ricorda il giudice – non è necessario confessare i fatti, come stabilito dalla Corte costituzionale”.
Il vicino di casa: “Le affiderei i miei figli”
“Quando i nostri bambini erano piccoli lei gli faceva da baby sitter. Per me sono una famiglia di persone assolutamente equilibrate, brave e comunque anche nelle persone più equilibrate può succedere un colpo di follia, se è stato quello”. A dirlo un vicino di casa di Annamaria Franzoni. Glieli affiderebbe ancora? “Si certo”, ha risposto ai cronisti il vicino di casa di Monteacuto Vallese, paese del bolognese. “Non lo so se è lei o non è lei la colpevole. Io non sono un investigatore, io guardo da fuori”, ha aggiunto. “Lei non ha mai parlato di quel momento. Che è innocente, credo lo dica a tutti”.
Cogne, residenti: “Voleva incastrare gente di qui, non la perdoniamo”
“Ha incolpato dei poveracci che forse non potevano difendersi. Questa è la cosa che non possiamo perdonare“. E poi: “Se potevano incastravano gente del posto, i vicini di casa. Li conoscevo si è no ma se stanno a casa loro è meglio”. E ancora: “Il padre e il marito, tutti, hanno tentato di colpire la gente di qua al massimo che si poteva. Hanno fatto falsificazioni enormi”, e: “Sarà meglio che non venga più qui. Ha colpito tutti quelli di Cogne”. Parlano così alcuni residenti di Cogne, interpellati dal Tgr della Valle d’Aosta sul ritorno in libertà di Annamaria Franzoni.
“Annamaria Franzoni confessi l’omicidio del figlio”
“Annamaria Franzoni confessi, purtroppo l’assassina del piccolo Samuele è lei”. Il generale Luciano Garofano, l’ex comandante del Ris di Parma che ha condotto le indagini sul delitto di Samuele a Cogne, fa un appello ad Annamaria Franzoni che si è sempre dichiarata innocente:
Posso comprendere il desiderio della signora Franzoni di riabilitarsi – afferma Garofano all’Adnkronos -Mi auguro ovviamente che abbia rielaborato il lutto e abbia risolto tutti i problemi che l’hanno portata ad uccidere il figlio perché l’assasina di Samuele purtroppo, al di là della comprensione delle problematiche sottese all’omicidio, è la signora Franzoni”.
Continua Garofano: “Le prove scientifiche non hanno mai mostrato una possibile alternativa per una serie di motivi, non solo legati alla modalità di aggressione, ma anche alle problematiche di cui soffriva“. L’ex comandante del Ris annota ancora che “c’è una tendenza a discutere oltre i processi bene incardinati. Mi sembra che ultimamente ci sia una concentrazione di casi chiusi in maniera convincente in cui si vogliono trovare soluzioni alternative. In questo caso non è assolutamente possibile. Il caso Cogne è uno dei casi con giudizio assolutamente lineare. Abbiamo condotto indagini con periti tedeschi sia per il giudice che per l’ imputata, con periti italiani di altissimo livello, garantendo il contraddittorio delle parti”.
La villetta di Cogne (Aosta) dove il 30 gennaio 2002 avvenne l’omicidio del piccolo Samuele, 3 anni, per il quale e’ stata condannata la madre, Anna Maria Franzoni, come si presentava nel giorno del dissequestro, il 23 marzo 2013. ANSA/THIERRY PRONESTI