Coronavirus, la profezia choc del 1981: “Nel 2020 un’arma letale creata a Wuhan uccidrà milioni di persone con la polmonite”
Il Coronavirus, non si può negare, sta creando una vera e propria psicosi. E se questo non bastasse, ecco che spunta la “profezia” di Dean Koontz. Lo scrittore statunitense infatti nel suo romanzo del 1981 aveva previsto l’arrivo del Coronavirus, scrivendo così:
“Nel 2020 si diffonderà in tutto il mondo Wuhan-400, una grave polmonite”. Il libro in questione è il thriller “The eyes of darkness”. In queste ore, dunque, sta spopolando la foto della pagina dove lo scrittore parla di questa epidemia. A pagina 333, infatti, lo scrittore scrive “Wuhan-400 è un’arma letale, intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo in grado di resistere a tutte le cure conosciute”.
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“Uno scienziato cinese di nome Li Chen – continua nel libro Koontz – fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa del decennio. La chiamano ‘Wuhan-400’ perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca”.
Profezia o semplice coincidenza? Il giornalista informatico Paolo Attivissimo sul suo blog sostiene che “è pressoché inevitabile che fra i milioni di storie che vengono scritte prima o poi qualcuna ci azzecchi, almeno vagamente (leggendo i dettagli del romanzo, le caratteristiche del ’Wuhan-400’ divergono fortemente da quelle del coronavirus)”.
Il blogger ricorda infine che “quello di Koontz non è il primo caso di apparente precognizione letteraria: il romanzo del 1898 The Wreck of the Titan di Morgan Robertson “previde’il disastro del Titanic del 1912 descrivendo un transatlantico, il Titan, che affondava nel Nord Atlantico dopo uno scontro con un iceberg. In questo caso, però, il romanzo fu ritoccato dopo il 1912 per renderlo più calzante. Nella versione originale, infatti, la nave era di stazza minore, e il titolo era un ben più generico Futility”.
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