Per mesi Andrea Longo aveva turbato la serenità di Chiara Spatola, 29 anni, e del suo fidanzato Simone Sorrentino, 23. Il vicino prepotente e ossessivo li aveva presi di mira, innescando tensioni continue, fino al tragico epilogo del 24 aprile, quando si è presentato alla loro porta, ha assassinato entrambi a coltellate e poi si è tolto la vita. Chiara e Simone sognavano un futuro lontano da lui: avevano quasi terminato di sistemare la casa dei nonni a Rivalta Torinese, desiderosi di iniziare una nuova vita, più serena. Ma Andrea Longo li ha raggiunti prima, spezzando per sempre i loro sogni.
“Era ossessionato da Chiara”: il racconto della madre
Maria Teresa Demartino, madre di Chiara, ricorda i mesi di paura e disagio: «Mi avevano parlato delle sue prepotenze». In un’intervista al Corriere della Sera, la donna racconta come la figlia fosse terrorizzata da Longo, al punto da non volerlo nemmeno salutare: «Arrivava e si vantava di essere grande e forte. Chiara era spaventata e aveva avvertito anche la padrona di casa».
La madre non lo aveva mai incontrato di persona, ma aveva imparato a conoscerlo attraverso i racconti della figlia: «È arrivato dal nulla due mesi fa e me li ha portati via entrambi». Uno degli episodi più inquietanti si era verificato nel cuore della notte, quando Longo aveva bussato furiosamente alla porta di Chiara e Simone, lamentandosi per presunti rumori. Non era un caso isolato: «Voleva che spostassero l’auto, diceva che la 500 Abarth di Simone faceva tremare i vetri».
Secondo quanto appreso successivamente, Andrea Longo soffriva di disturbi psichiatrici e faceva uso di psicofarmaci. «Una volta disse a Chiara: “Lascia il tuo ragazzo, io sono una persona seria, non quello là”», ricorda ancora la madre, descrivendo il 34enne come «un bullo». Chiara e Simone avevano deciso di trasferirsi proprio per sfuggire a quella presenza minacciosa. Il trasloco era previsto per la fine di maggio: «Mia figlia voleva una casa, dei figli. Aveva un lavoro e con Simone si trovava benissimo. Aveva quasi realizzato il suo sogno. Doveva solo continuare il suo cammino nella vita. Ma quell’uomo lo ha spezzato senza pietà».
La tragedia del 24 aprile
Secondo le ricostruzioni, la sera del 24 aprile, intorno all’ora di cena, Andrea Longo ha suonato al campanello dell’abitazione di Chiara e Simone, in via XXIV Maggio, a Volvera, a due passi da un bar-osteria molto frequentato. Quando i due giovani hanno aperto la porta, è esplosa l’aggressione. Con un coltello, Longo ha attaccato la coppia. Nonostante un disperato tentativo di fuga, Chiara e Simone sono stati raggiunti e colpiti a morte nel cortile del cascinale ristrutturato dove vivevano. Poco distante dai loro corpi, i soccorritori hanno trovato anche quello di Longo, con la gola squarciata. Ogni tentativo di salvarli si è rivelato inutile. Sul luogo del delitto si sono radunati amici, familiari e numerosi vicini, in una scena carica di dolore e incredulità.
L’indagine: una lunga ossessione
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Pinerolo e della stazione di None hanno rivelato che Andrea Longo perseguitava Chiara da mesi. La attendeva spesso sotto casa, le faceva pressioni per lasciarsi con Simone e insinuava nella sua vita una costante sensazione di paura. Alla luce di questi elementi, gli inquirenti procedono non solo per duplice omicidio, ma anche per femminicidio. La madre di Chiara, stravolta dal dolore, si interroga ora sulla possibilità di una prevenzione mancata: «Diceva di essere un autotrasportatore venuto per lavoro, ma chi abitava lì raccontava che da febbraio stava sempre chiuso in casa, senza mai uscire né lavorare». La tragedia di Chiara e Simone si inscrive nell’ennesimo dramma annunciato, un amore giovane spezzato dalla follia e dall’ossessione.