Casalinghe, reddito di sostegno di 400 euro al mese senza isee: una proposta da valorizzare
Un reddito di sostegno di 400 euro per le casalinghe. Basterebbero queste poche parole per capire l’importanza di una proposta che viene dalla Sicilia ma potrebbe essere tranquillamente estesa a tutta Italia. L’idea dello stipendio per le casalinghe è del movimento “Siciliani Liberi”. Il suo leader, Roberto La Rosa, ne sta parlando in tutti i comizi per la sua candidatura a Governatore. Anni fa ne aveva parlato anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ma poi nessuna proposta concreta era stata portata all’attenzione del Parlamento e del Governo.
Casalinghe reddito di sostegno: una proposta “giusta”
Il reddito di sostegno per le casalinghe è una proposta “giusta”. Ci sentiamo di esprimere con tranquillità questo giudizio. Alle donne che lavorano in casa, da sempre vero e proprio pilastro della famiglia italiana, deve essere riconosciuta un’indennità economica. E’ indubbio che il lavoro delle casalinghe generi un reddito il cui valore non è mai stato quantificato.
Spetta dunque ai contabili del Ministero del Lavoro e dell’Inps ipotizzare una misura sostenibile per le quasi 7 milioni e mezzo di donne che lavorano in casa in Italia. Qualcuno ne ha decretato un’ipotetica fine, enfatizzando la risibile flessione di 500.000 unità in 10 anni.
La metà delle casalinghe italiane non ha mai lavorato
Interessante invece come l‘ultima indagine Istat sulle casalinghe fotografi la condizione delle donne italiane che lavorano solo in casa per la famiglia. Oltre la metà di loro, il 53%, non ha mai lavorato fuori di casa ma tutte impiegano almeno 49 ore a settimana per le incombenze domestiche e familiari. Ma se l’età media delle casalinghe secondo l’Istat è di 60 anni perché un reddito di sostegno? A questo punto non sarebbe meglio parlare di assegno previdenziale speciale?Perché siamo sicuri che questa età si sta abbassando.
Casalinghe reddito di sostegno: il valore della scelta di “restare in famiglia”
Quanto “vale” per le donne la scelta di restare in famiglia, senza cercare un lavoro all’esterno? Molto. Secondo l’Istat il motivo principale per cui le casalinghe di 15-34 anni non cercano un lavoro retribuito è familiare nel 73% dei casi. Ciò significa che la scelta di stare in famiglia non è affatto un ripiego alla disoccupazione. Sono infatti “solo” 600mila casalinghe che sono scoraggiate e pensano di non poter trovare un lavoro, almeno sempre secondo l’Istituto di statistica.
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Come finanziarlo
Come finanziare il reddito di sostegno per le casalinghe italiane? Secondo “Siciliani Liberi”, per coprire le sole esigenze dell’isola, servirebbero 400 milioni di euro. Estendendo alla dimensione nazionale la proposta, le risorse necessarie a coprire il reddito di sostegno per le casalinghe si aggirerebbero quindi attorno ai 2 miliardi di euro. Una cifra importante, ma secondo alcuni non impossibile da recuperare. Se la gestione di questo ammortizzatore sociale fosse delegata alle regioni, una parte rilevante della somma necessaria sarebbe recuperata grazie al recupero delle risorse tributarie e attraverso l’emissione della moneta fiscale complementare. E’ la tesi, ad esempio, di Massimo Costa, docente di Economia all’Università di Palermo e presidente di “Siciliani Liberi”. Certo, non tutte le regioni recupererebbero le risorse della Sicilia, regione a statuto speciale, però gran parte della copertura finanziaria del reddito di sostegno potrebbe essere garantita in questo modo.