Buona Scuola Addio: Eliminati ambiti territoriali e chiamata diretta. Le novità
La Buona Scuola del 2015 si prepara a perdere altri due pezzi da novanta: gli ambiti per l’organico dell’autonomia e la possibilità dei presidi di scegliere una parte di prof. Come riporta il Sole 24 Ore il disegno di legge a firma M5S è stato approvato ieri dalla commissione Istruzione e Beni culturali del Senato
La soddisfazione del Movimento 5 Stelle
«Abbiamo approvato l’abolizione della chiamata diretta dei docenti e gli ambiti territoriali» : è l’annuncio di senatori e senatrici del M5S in commissione Istruzione di Palazzo Madama. Così facendo – aggiungono – «manteniamo una promessa importante fatta ai docenti di tutto il Paese, eliminando due degli aspetti più odiosi e dannosi della cosiddetta Buona Scuola renziana».
Nel commentare la doppia abolizione gli esponenti pentastellati sottolineano che «ristabilire criteri trasparenti e imparziali per il reclutamento dei docenti è un atto giusto nei loro confronti ma anche il primo e necessario passo per garantire una didattica di qualità ai nostri studenti.
E, a proposito dell’abolizione degli ambiti territoriali a cui sono assegnati i prof dell’organico dell’autonomia così da poter poi ruotare su più scuole, spiegano: «Cancellare la titolarità su ambito territoriale sostituendola per tutti i docenti con quella su scuola significa dare certezza della sede di lavoro, senza rischiare di cambiare scuola ogni tre anni mettendo a rischio la continuità didattica.»
Il plauso della Uil Scuola
Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, giudica positivamente il voto di ieri: «Si tratta del completamento, già avviato in sede di contrattazione sindacale, di un modello di scuola che non abbiamo mai condiviso e che oggi esce anche dall’ordinamento giuridico».
Ed elenca tutte le altre modifiche di cui il mondo della scuola ha bisogno: «Ora bisogna rimettere mano alla Governance della scuola e dare forma concreta alla scuola comunità educante, vera alternativa alla Buona scuola». Uscendo dalle promesse elettorali e «dando seguito agli impegni assunti a Palazzo Chigi», conclude.