Bufera in Rai, fanno fuori la Isoardi a La prova del cuoco. Ecco chi prenderà il suo posto. Vespa: “E’ tutto assurdo”
Rai, La prova del cuoco si ferma per il coronavirus: domani o venerdì l’ultima puntata?
E’ stato Dagospia a lanciare la notizia della cancellazione de La prova del cuoco a partire da dopodomani, venerdì 13 marzo 2020, a causa delle difficoltà nella messa in onda del programma, dovute alla difficile situazione che l’Italia e il mondo stanno vivendo per via della diffusione del coronavirus. Secondo il sito appena citato, per volontà di Stefano Coletta, direttore di Rai1, Elisa Isoardi e Claudio Lippi da venerdì non andranno più in onda, fino a data da definire. Non è chiaro, però, se l’ultima puntata de La prova del cuoco verrà trasmessa domani o venerdì stesso.
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Storie Italiane si allunga: Eleonora Daniele in onda al posto de La prova del cuoco di Elisa Isoardi
Sempre secondo Dagospia, a sostituire La prova del cuoco di Elisa Isoardi (che proprio oggi ha parlato delle difficoltà del programma) e Claudio Lippi (che nella puntata odierna ha ringraziato per gli ascolti record di ieri) sarebbe Eleonora Daniele, che con Storie Italiane andrebbe quindi in onda per quasi il doppio rispetto alla durata attuale, occupando dunque anche la fascia oraria compresa tra le 12.00 e le 13.30, quindi per un totale di tre ore e mezza di diretta (dato che la trasmissione inizia alle 10.00).
Rai, La prova del cuoco si ferma, Storie Italiane si allunga: squadra di lavoro ridotta per Eleonora Daniele
Infine, sempre secondo quanto scritto stasera da Dagospia, Eleonora Daniele con Storie Italiane, ma anche gli altri conduttori con i programmi che continueranno ad andare in onda (come Roberto Poletti e Valentina Bisti con Unomattina), dai prossimi giorni avranno una squadra ridotta al minimo, composta da persone che lavoreranno in più trasmissioni, per evitare una rotazione, quindi l’ingresso e l’uscita di più persone, dunque ridurre ancora gli spostamenti da e per gli studi della Rai.
Scontro tra Bruno Vespa e Rai: “Assurdo sospendere Porta a Porta”
É scontro tra Bruno Vespa e la Rai sulla sospensione di “Porta a porta” decisa dall’azienda per questa settimana, in via precauzionale, visto che il conduttore è tra coloro che «sono stati a stretto contatto» con soggetti positivi, come è risultato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ospitato da Vespa il 4 marzo. «Apprendo che la direzione generale della Rai avrebbe deciso di non mandare in onda “Porta a porta” nelle giornate di martedi, mercoledì, giovedì.
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Da soldato, sono abituato da sempre a rispettare le decisioni aziendali. Ma questa mi sembra gravissima e pretestuosa». Con queste parole, affidate alle agenzie di stampa, Vespa ha espresso il proprio disappunto per la sospensione del suo programma che riaprirebbe il 18 marzo e che stasera avrebbe dovuto ospitare Giorgia Meloni, il presidente dell’Iss (Istituto superiore della sanità) Silvio Brusaferro, il professor Massimo Galli dell’Ospedale Sacco di Milano.
«Tampone negativo»
Spiega il conduttore: «Nicola Zingaretti è venuto a “Porta a porta” nel pomeriggio di mercoledì scorso e ha manifestato i primi sintomi di positività al virus sabato. Il direttore generale dello Spallanzani, professor Ippolito, mi ha confermato che il rischio si limita alle persone che nelle 48 ore precedenti (e non 72, come nel nostro caso) abbiamo avvicinato la persona infetta per più di mezz’ora a meno di un metro di distanza. Questo con Zingaretti non è avvenuto. Non esiste pertanto alcuna ragione sanitaria si cui si fondi il provvedimento. Poiché si è creato un allarme diffuso a via Teulada e tra i personaggi dello spettacolo ospiti della prima serata di venerdì, ho chiesto domenica di poter fare un tampone per tranquillizzare tutto il nostro mondo. Com’era prevedibile, il tampone ha dato esito negativo».
La replica della Rai
La risposta della Rai è arrivata a stretto giro con una nota ufficiale che recita: «Una disposizione aziendale di carattere prudenziale che limita gli accessi è stata adottata nei giorni scorsi dalla Rai con riferimento a tutte le persone che sono state a stretto contatto con soggetti positivi al coronavirus nei propri studi. Tale disposizione è stata applicata in via cautelare anche a dipendenti e collaboratori che hanno lavorato alla puntata di Porta a Porta di mercoledì scorso».
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Poi, aggiungendo che «la fiducia dell’azienda nelle capacità professionali di Bruno Vespa, anche rispetto alla emergenza sanitaria in corso, è dimostrata dal fatto che proprio al giornalista sia stata affidata venerdì scorso la prima serata corale sul coronavirus “L’Italia unita ce la farà”», si assicura che «il forzato e momentaneo stop al programma non comporterà alcun indebolimento dell’offerta informativa del Servizio Pubblico». Saranno infatti moltiplicati «gli spazi di approfondimento sull’emergenza in atto e quelli dedicati alla cultura, alla didattica e ai ragazzi su tutte le sue piattaforme».
Conduzione dal salotto di casa
Il conduttore non commenta la replica della Rai, anche se qualcuno del suo staff fa notare che la prudenza imposta dall’azienda sarebbe stata ugualmente garantita se la conduzione fosse stata resa possibile dall’abitazione di Vespa, opzione da lui stesso offerta. Sulla polemica interviene il consigliere di amministrazione Riccardo Laganà che rappresenta i dipendenti per il quale la sospensione della trasmissione rispecchia «il principio che in questo momento deve essere la stella polare per tutta l’azienda ed i suoi amministratori: la salute di tutti le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Rai».
Lo scontro con l’Usigrai
Ed è scontro anche con il sindacato Usigrai. Secondo Vespa, la Rai avrebbe tenuto conto del parere del segretario Vittorio Di Trapani per bloccare la trasmissione, il parere di uno, specifica, «che da sempre considera Porta a Porta un abuso». Ma di cosa parla Vespa? Di un tweet pubblicato da Di Trapani ieri, a commento della notizia pubblicata dal Corriere che Vespa si era sottoposto al tampone “volontariamente”. «Cioè? – scriveva il sindacalista – Esiste una procedura volontaria? Io avevo capito che i tamponi sono decisi dal #ssn (Servizio Sanitario Nazionale, ndr) secondo protocolli precisi.
Sono contento che sia negativo. Ma ricordo, a tutela di tutti,che l’incubazione per tutti è fino a 14 giorni». Dopo la protesta di Vespa, Usigrai e Fnsi hanno diramato una nota congiunta: «É inutile che Bruno Vespa si affanni a cercare presunti complotti, la realtà è molto più semplice: tutti i cittadini, quindi anche i giornalisti, gli artisti e i politici, sono uguali davanti alle regole e come tutti i cittadini anche Bruno Vespa è tenuto a rispettarle per senso civico». Per concludere, si insiste nel chiedere al conduttore come abbia fatto a sottoporsi al tampone benché asintomatico, condizione che lo escluderebbe da tale protocollo.
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