Lo speciale sul Caravaggio di Alberto Angela è stato annullato e non si sa ancora con precisione quando andrà in onda. La puntata sarebbe dovuta essere trasmessa stasera, 9 dicembre, alle 21:25 ed era molto attesa da tutti i fan del programma. Del resto, la vita dell’artista è affascinante tanto quanto le sue opere, e lo stesso conduttore si è detto molto entusiasta di poter eseguire una rappresentazione del celebre pittore, nonostante il mistero che lo avvolge. La delusione, quindi, è stata grande e in molti si sono chiesti il motivo per il quale la Rai ha deciso di annullare la trasmissione.
“La sua vita è come i suoi quadri: tanto buio, poi un’esplosione di luce che illumina un’immagine. E poi di nuovo buio. Ci sono periodi in cui nessuno sapeva dove fosse. E forse proprio uno di questi è all’origine della sua indole violenta”, ha parlato così di Caravaggio, Alberto Angela nel corso di un’intervista a Tv sorrisi e canzoni. Un uomo che è stato in grado di lasciare un patrimonio artistico e culturale immenso, ma allo stesso tempo moltissime domande sulla sua vita e soprattutto sui motivi che lo hanno spinto a compiere nel suo tragitto azioni molto violente.
Si parla degli anni a cavallo tra il 500 e il 600, quando è vissuto Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. La sua vita e la sua morte sono avvolte dal mistero, ma Alberto Angela cerca di fare un po’ di luce e ci racconta di quando il pittore sia andato a combattere come mercenario, ritornandone cambiato. Erano molti gli uomini che rientrando dalla guerra non riuscivano a reintrodursi in società, sviluppando dei seri problemi comportamentali. Problemi talmente diffusi da prendere il nome di una vera e propria malattia, detta “sindrome di Rambo”.
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Gli stessi uomini, visti come eroi in tempi di guerra, protettori della popolazione, al rientro non ricevono acclamazioni e accoglienza, davanti a loro solo spalle che si voltano. E così si ritrovano senza lavoro, senza un posto, reduci di violenze indescrivibili. Per strada, senza una casa, spesso da vittime diventano carnefici. Sembra quasi irreale come i salvatori di un giorno diventano i nemici del giorno successivo. Si potrebbe aprire una riflessione in merito riguardo l’emergenza che l’Italia sta vivendo con l’epidemia di Covid-19. I dottori erano i nostri soldati, ma sempre più spesso oggi vengono visti come dei nemici che non hanno saputo gestire l’emergenza e curare i nostri malati, o dar loro le giuste attenzioni. Gli stessi eroi ai quali, dopo la guerra, vengono voltate le spalle. Ma torniamo ad Alberto Angela e al nostro Caravaggio.
Vittima della “sindrome di Rambo”, Michelangelo Merisi era un uomo violento, aveva ucciso un uomo in una rissa ed entrava e usciva di galera. Questo non gli ha impedito di lasciare all’umanità un patrimonio incredibile, che lo renderà immortale. Tra le sue opere più importanti ricordiamo Giuditta e Oloferne, Bacco adolescente e Narciso. Se volete saperne di più, dovrete aspettare, perché la puntata diretta da Alberto Angela Stanotte con Caravaggio è stata annullata e rimandata a data da destinarsi. A prendere il suo posto, una replica della stessa trasmissione, Stasera a Pompei.
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In molti si domandano a cosa sia dovuta la decisione della Rai di annullare una puntata che prometteva tanto bene. Uno dei motivi potrebbe essere proprio il soggetto scelto. Dopo le polemiche di Detto Fatto, portare di nuovo in scena un uomo violento come un eroe pare abbia creato qualche dubbio. Ma si dice che la scelta sia stata anche influenzata da ragioni di ascolti. Durante il mese di dicembre la Rai sarebbe fuori garanzia, e cioè promette agli inserzionisti pubblicitari determinati standard in fatto di share ed è tenuta a rimborsare i suddetti qualora non raggiungesse i numeri garantiti. Probabilmente la puntata di Alberto Angela sarà stata “risparmiata” per una messa in onda nelle prossime settimane, probabilmente a gennaio.
Inoltre Stasera a Pompei si riconduce a un tema di grande attualità, visto che proprio Alberto Angela ha ritrovato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli l’esemplare di olio d’oliva più antico al mondo. Come lui ha raccontato con un lungo post su Facebook: “Non sapevo cosa fosse quel materiale dentro la bottiglia. Essendo la sua superficie un po’ in pendenza, avevo pensato che, in origine, si trattasse di una sostanza liquida e che la bottiglia, nella violenza dell’eruzione, fosse stata sepolta semi adagiata, rimanendo in quella posizione per secoli e portando quindi il liquido a solidificarsi ‘inclinato. Avevo fatto subito contattare il direttore del museo Giulierini, che si era mostrato, come me, entusiasta del ritrovamento. Non è insolito, infatti, fare nuove scoperte nei depositi dei grandi musei. Ma questa era apparsa subito molto promettente. Sebbene la forma della bottiglia facesse pensare a dell’olio o a del vino, non potendo essere certi sulla natura del contenuto, non ci eravamo sbilanciati. Solo attraverso accurate analisi scientifiche di laboratorio sarebbe stato possibile trovare la risposta.”
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