Arrivano i super Antidiabetici innovativi, farmacisti: “sì a prescrizione sul territorio subito”
Non soddisfa i medici di medicina generale l’esito dell’incontro con Aifa, voluto per far sentire la loro preoccupazione per il permanere del divieto di far prescrivere ai medici di famiglia farmaci considerati, ormai in molti casi, di prima scelta e sicuramente efficaci nel ridurre le complicanze della malattia diabetica e gli effetti collaterali dei farmaci prescrivibili dai medici di famiglia.
L’obiettivo di Fimmg, spiega il Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale, era «ridare vita al gruppo di lavoro tra medici di famiglia e Aifa sul trattamento di patologie di competenza delle cure primarie (diabete, Bpco e trattamento con i nuovi anticoagulanti orali), ma soprattutto la creazione di un tavolo di lavoro che coinvolgesse medici di famiglia, specialisti, pazienti, Ministero, Regioni e Aifa.
Siamo stati rassicurati dal direttore generale Luca Li Bassi dell’interesse a percorrere questa via, ma riteniamo che il coinvolgimento di Ministero e Regioni dovrà essere sostenuto da una forte azione diretta della professione e dei malati. Sollecitiamo pertanto il Ministro Grillo a mettere in agenda questa tematica e a determinare al più presto un tavolo con le Regioni e la professione».
A dare supporto ai medici Fimmg sull’importanza di aprire sulla prescrivibilità sul territorio dei farmaci antidiabetici di nuova generazione è il presidente della Fofi, Andrea Mandelli che una nota sottolinea: «Le argomentazioni sono assolutamente condivisibili, e confermano quanto sosteniamo da sempre come farmacisti: una volta venute meno le esigenze di monitoraggio intensivo, e se non si tratta di medicinali riservati all’uso ospedaliero, anche i farmaci innovativi devono poter essere prescritti e dispensati sul territorio.
Continuare per mere ragioni economiche a escludere dalla prescrizione del medico di famiglia farmaci che si sono rivelati sicuri quanto quelli tradizionali e più efficaci, o continuare a seguire come in altri casi la via della distribuzione diretta presso le ASL, anziché nelle farmacie, si traduce innanzitutto in un disagio per i cittadini e in un possibile peggioramento della qualità delle cure. Sfortunatamente il caso del diabete non è isolato, e ci auguriamo che anche a questo proposito si imbocchi la strada del potenziamento dell’assistenza sul territorio».