Antonio Ciontoli ha chiesto al direttore del carcere di poter passare la notte nella stessa cella di suo figlio, ma la richiesta è stata respinta. La famiglia Ciontoli è stata giudicata colpevole per la morte di Marco Vannini. L’episodio è avvenuto nel 2015 nella villetta della famiglia a Ladispoli, litorale nord di Roma. Quella fatidica sera è partito per sbaglio un colpo di pistola che è risultato essere mortale per il ragazzo, all’epoca fidanzato con Martina. Il processo per capire chi fossero i responsabili di questa morte è durato a lungo, ma è finalmente giunto al capolinea.
Antonio Ciontoli è stato condannato a una pena di 14 anni per l’omicidio di Marco Vannini. I suoi familiari sono stati invece accusati per concorso semplice in omicidio volontario. La pena da scontare è di nove anni e quattro mesi. La loro colpa è quella di non essere intervenuti subito in soccorso del giovane. In caso contrario, probabilmente Marco sarebbe ancora vivo. Impossibile comprendere cosa sia accaduto in quella villetta nei momenti successivi allo sparo. Quel che conta è che Vannini ci ha perso la vita e la Corte ha deciso che l’intera famiglia deve pagare per questo.
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I Ciontoli, dopo la sentenza della Corte di Cassazione sono stati portati nel carcere di Rebibbia. I primi giorni dovranno passarli in isolamento in infermeria per motivi legati alla pandemia di Covid-19. Martina ha ottenuto di passare queste prime notti nella stessa cella di sua madre, essendo infermiera e quindi vaccinata. Non è stato lo stesso per Antonio e Federico, che hanno dovuto separarsi. “Posso stare in stanza con mio figlio? E’ solo un ragazzo” a nulla è valsa la richiesta del capofamiglia. Il direttore l’ha respinta per motivi di protocollo.
Secondo quanto riportato dal Messaggero, i Ciontoli hanno passato queste prima ore in prigione guardando la televisione. Intanto c’è molta preoccupazione per quello che li aspetta quando verranno introdotti ai prigionieri. Il caso Vannini ha avuto un altissimo interesse mediatico, rendendo la famiglia Ciontoli odiata da tantissimi italiani. Già molte minacce sono state fatte nei loro riguardi, minacce che tra le sbarre potrebbero non essere tenute sotto controllo. Intanto Maria, la madre, ha già rivelato le sue preoccupazioni ma ha preferito il carcere i Rebibbia.
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“Cosa faranno adesso ai miei figli, come stanno? Portateci a Rebibbia, lì ci sono meno delinquenti”. Ogni membro della famiglia Ciontoli ha reagito in modo differente. Federico ha avuto un pensiero per Marco Vannini, affermando di aver tentato di salvarlo e di volersi dedicare al volontariato in carcere. Maria invece non è d’accordo con la sentenza: “Ci troveremo in un mondo sconosciuto, stiamo scontando una colpa in modo eccessivo. È quasi una vendetta”. Poi si è preoccupata di suo marito e del fatto che potesse o meno portare in carcere le sue medicine. Lascia i tuoi commenti a mamma Marina sui nostri profili Facebook anche su INSTAGRAM