Anief entra di diritto al tavolo del Miur: “Ora cambiano le cose”
Dopo una contrattazione infinita, è stata ieri sottoscritta all’Aran, dalle confederazioni sindacali, l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Quadro, il CCNQ che definisce e modifica i comparti e le aree di contrattazione collettiva, oltre che regolare gli istituti comuni a tutte le pubbliche amministrazioni o riguardanti più comparti e aree.
L’accordo, al quale non hanno aderito la Cgil e la Cisl, prevede anche la nuova ripartizione dei distacchi e permessi sindacali tra le associazioni sindacali rappresentative dei comparti e nelle aree di contrattazione nel triennio 2019/20. “Domani, scrive Orizzonte Scuola, sarà pubblicato il testo con le novità del contratto”. La rivista specializzata ricorda anche che “le elezioni avevano visto un aumento di consensi per molte sigle sindacali come la UIL, la Gilda e l’ANIEF che è diventato sindacato rappresentativo”.
Il giovane sindacato Anief quindi ufficialmente entra nell’alveo dei sindacati rappresentativi, rompendo una stabilità sindacale conservatrice che andava avanti da quasi trent’anni. In questo modo, Anief entra anche a far parte del novero delle organizzazioni che sottoscriveranno i contratti pubblici della categoria di gran lunga più vasta del pubblico impiego, alla quale fanno capo oltre un milione e 200 mila lavoratori tra docenti e personale Ata.
“Finalmente – commenta a caldo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – abbiamo ora la possibilità di realizzare il nostro nuovo modo di fare sindacato: giusto, equo e solidale. Saremo a completa disposizione di tutti i lavoratori della scuola, portando avanti una politica sindacale sempre all’insegna della difesa dei loro diritti.
Attraverso i nostri quadri sindacali, le Rsu e i Tas, faremo di tutto per far ripartire quel dialogo e quell’entusiasmo tra amministrazione e dipendenti, che decenni di sindacato immobile avevano man mano fiaccato. Per dimostrare che anche il mondo della scuola, con dei contratti giusti, può arrivare a delle regole corrette per entrambe le parti, senza arrivare – conclude Pacifico – allo scontro nei tribunali, da considerare sempre come ultima ratio”.