Allergia e diabete: L’Allarme del dottor Canonica: “Non usate questi farmaci”. Il rischio è alto
Asma: dall’ipertensione al diabete, gli effetti collaterali del cortisone fanno più danni della patologia stessa
Ipertensione, fratture, diabete, problemi ai reni e agli occhi: questi sono gli effetti collaterali dati dall’abuso di cortisone per curare l’asma
Ipertensione, fratture, diabete, e aggravamento del diabete stesso, problemi ai reni e agli occhi: questi sono gli effetti collaterali dati dall’abuso di cortisone che danneggiano la salute degli italiani affetti da asma e allergia e si che si riflettono sulla spesa sanitaria. Per curarli infatti si spendono oltre 243 milioni di euro l’anno, ben più di quanto si spenderebbe per terapie molto meno dannose.
Questo è quanto emerge dai risultati del primo studio italiano, pubblicato dal World Allergy Organization Journal sull’impatto clinico ed economico del cortisone orale usato nel trattamento dell’asma.
Di questa patologia ne soffrono 4 milioni di italiani e ben 200.000 in grado severo, secondo il registro SANI (Severe Asthma Network Italy), 124.000 vengono trattati con cortisonici per via orale, spesso per un periodo superiore ai 6 mesi. Ma le conseguenze date dall’uso e dall’abuso di cortisone sono pesanti sulla salute. Lo studio parla di un aumento del rischio di 5 volte superiore per le fratture e di 2 volte quello di sviluppare il diabete o di aggravarlo per chi già lo ha.
Come spiega Giorgio Walter Canonica, della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), “l’osteoporosi colpisce il 16% di questi pazienti contro il 3% della popolazione generale; i disturbi della digestione riguardano il 65% di loro contro il 24%; l’insufficienza renale dal 7% sale al 14%; il diabete arriva al 10% contro il 6%; l’obesità sale dal 23% al 42%; la cataratta dal 4% al 9%“.
Da sottolineare che per curare gli effetti collaterali si spendono quasi 2.000 euro l’anno a paziente, complessivamente 243 milioni: una spesa che supera quella per le terapie inalatorie, pari a 138 milioni, e quella per i farmaci biologici, stimata intorno ai 50 milioni. Secondo le linee guida, i corticosteroidi per via orale nell’asma dovrebbero essere utilizzati solo nelle crisi acute.
“I dati mostrano però – aggiunge Francesco Blasi, direttore Dipartimento Medicina Interna e dell’UOC di Pneumologia IRCCS Policlinico Milano – che in realtà il 64% dei pazienti con asma grave li utilizza in modo cronico, esponendosi a elevato rischio di eventi avversi. Sarebbe perciò più lungimirante favorire maggiormente l’impiego di terapie biologiche e inalatorie“.